Pubblicato il 1 Agosto 2025
Operazione coordinata dalla Procura Distrettuale di Catania
Nel contesto delle attività mirate al contrasto patrimoniale della criminalità organizzata, la Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha diretto un’importante operazione eseguita dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Catania, con il supporto dei colleghi di Caltanissetta. È stato disposto un sequestro antimafia riguardante i beni riconducibili a Giuseppe e Domenico Gentile, ritenuti figure di spicco del clan “Nardo”, attivo a Lentini (SR) e affiliato alla mafia etnea “Santapaola-Ercolano”.
Sequestrati beni per oltre 7 milioni di euro
Il provvedimento, emanato dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione, ha portato al sequestro di beni per un valore superiore ai 7 milioni di euro. Si tratta nello specifico di:
- Tre imprese attive nel trasporto merci e nel settore immobiliare,
- Rapporti finanziari intestati agli indagati.
Le società coinvolte sono:
- GENTILE s.r.l. (trasporto merci, Lentini – SR),
- AVIO s.r.l. (trasporto merci, Gela – CL),
- GIEFFE INVEST S.r.l.s. (compravendita immobiliare, Lentini – SR).
Il passato criminale dei Gentile
Giuseppe Gentile, noto come “Pippo” e deceduto nel 2022, era già stato condannato in via definitiva per associazione mafiosa. Era inoltre coinvolto in altri procedimenti penali, tra cui uno per intestazione fittizia di beni, in concorso con il figlio Domenico, anche lui imputato per estorsione aggravata.
Secondo quanto ricostruito dal Tribunale, Domenico Gentile avrebbe gestito le aziende durante il periodo di detenzione del padre, contribuendo alla prosecuzione dell’attività illecita del clan.
Profili giudicati “pericolosi per la società”
Le indagini e i numerosi procedimenti penali accumulati dai due hanno permesso di qualificarli, sotto il profilo indiziario, come “soggetti pericolosi per la società”, dediti a vivere stabilmente dei proventi derivanti da attività delittuose legate a un’associazione mafiosa. In particolare, sarebbe emersa la loro capacità di infiltrarsi nel tessuto economico e produttivo nazionale.
Accertamenti patrimoniali e decisione del Tribunale
La Guardia di Finanza ha condotto approfonditi accertamenti economico-finanziari, rilevando una marcata sproporzione tra i redditi dichiarati (modesti) e il patrimonio effettivamente posseduto. Tale squilibrio è stato interpretato come indicativo di ricchezze ottenute illecitamente.
Sulla base di tali elementi, il Tribunale di Catania ha accolto la proposta della Procura e ha disposto il sequestro preventivo dei beni, inclusi conti, quote societarie e interi complessi aziendali.

