« Torna indietro

Leoncavallo sgomberato a sorpresa: verso una manifestazione nazionale il 6 settembre

Pubblicato il 22 Agosto 2025

Lo sgombero anticipato di via Watteau

Lo sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano è avvenuto a sorpresa nella mattinata di giovedì. L’operazione, che ha visto impegnati polizia, carabinieri e ufficiale giudiziario, era prevista per il 9 settembre, ma è stata anticipata senza preavviso.

L’intervento si è svolto senza scontri né problemi di ordine pubblico: all’interno dello stabile di via Watteau, occupato dal 1994 dopo l’abbandono della sede storica, non era presente nessuno al momento dello sgombero.

Attivisti: in preparazione una mobilitazione

Gli attivisti del Leoncavallo hanno reagito convocando un’assemblea sotto la pioggia, annunciando l’intenzione di organizzare una manifestazione nazionale sabato 6 settembre. L’obiettivo, spiegano, è quello di rilanciare la battaglia politica e sociale legata allo storico centro.

La reazione del Comune di Milano

Il sindaco Giuseppe Sala ha criticato le modalità dello sgombero, denunciando di non essere stato avvisato: “Ho ricevuto la notizia solo stamattina dal prefetto Sgaraglia. Ieri, durante il Comitato per l’ordine e la sicurezza, il tema non era stato nemmeno menzionato”.

Sala ha sottolineato che erano in corso trattative con gli attivisti per trovare una soluzione legale e regolare la posizione del centro: “Il Leoncavallo ha un valore storico e sociale enorme per Milano. Deve continuare a produrre cultura, ma in un contesto di legalità”.

Le motivazioni della Prefettura

Secondo la Prefettura, lo sgombero era necessario per evitare ulteriori danni economici allo Stato. La proprietà dell’immobile, L’Orologio srl del gruppo Cabassi, aveva più volte chiesto la restituzione dei locali, occupati “senza titolo” dal 1994.

La vicenda giudiziaria si è trascinata per anni: nel 2024 la Corte d’Appello di Milano ha condannato il Ministero dell’Interno a pagare oltre 3,3 milioni di euro di risarcimento alla proprietà, pari a circa 300mila euro l’anno per dieci anni. Una cifra che il Ministero aveva chiesto di rivalersi anche sull’associazione Mamme antifasciste del Leoncavallo, avviando una raccolta fondi per fronteggiare la somma.

Una storia lunga 50 anni

Fondato nel 1975, il Leoncavallo è stato per decenni uno dei centri sociali più noti d’Italia, punto di riferimento per attività culturali, concerti e iniziative politiche. Oggi, dopo lo sgombero, si apre un nuovo capitolo: la città resta divisa tra chi ne difende il valore sociale e chi ne rivendica la restituzione alla legalità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *