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Torino, l’esibizionista seriale che non riesce a fermarsi: “Aiutatemi, voglio la castrazione chimica”

Pubblicato il 23 Ottobre 2023

La storia di Antonio D., 64enne di Torino, è davvero surreale e dai contorni drammatici. L’uomo è un esibizionista seriale e non riesce a porre un freno alle sue pulsioni sessuali, esibendo le sue parti intime soprattutto davanti a bambini e minori, pur essendo ben consapevole del suo problema.

I suoi luoghi “preferiti” per esibirsi sono le scuole e i giardinetti, dove può incontrare con più facilità i minori, e colleziona reati da quasi 50 passando dal carcere alle case-lavoro fino alle comunità di recupero, senza però riuscire a perdere questo “vizietto”.

Il dramma dell’uomo: “Non riesco a smettere”

Il 64enne ha raccontato il suo dramma a La Repubblica: “Questo problema ce l’ho da sempre e non sono mai riusciti a risolverlo, dicono che non c’è una cura. Ma io così vivo un’eterna condanna all’ergastolo “bianco”.

Essendo consapevole della sua patologia ha addirittura chiesto spontaneamente la castrazione chimica, una punizione che alcuni politici hanno proposto contro le persone che si macchiano di reati gravi come violenze e stupri. Si tratta di una sorta di inibizione delle attività delle gonadi che si ottiene con l’assunzione di specifici farmaci anti-androgeni.

Questo trattamento in realtà è nato come cura dei tumori ormono-dipendenti, ma a quanto pare questi farmaci non sono in grado di intervenire direttamente sui comportamenti e sui caratteri relazionali. In sostanza anche con questa cura l’uomo potrebbe non riuscire a liberarsi dal desiderio incontrollabile di mostrare le sue parti intime.

Il parere degli esperti

L’avvocato Maurzio Pettiti, che ha difeso l’uomo nell’ultimo processo, ha spiegato: “Gli è stato risposto che in Italia non è possibile ricorrere a questa forma di inibizione se non per motivi oncologici”.

Antonio D. ha seguito cure che però non hanno dato grandi risultati e l’ultimo caso di esibizionismo risale al 3 settembre 2021, quando era in permesso per incontrare lo psichiatra dell’ASL. Ancora una volta ha ceduto alle sue pulsazioni sessuali e ha esibito le sue parti intime davanti a due minori in un parco giochi a Ciriè.

Era finito nuovamente nel carcere di Alba nella sezione casa-lavoro e, secondo una perizia affidata dalla gip di Ivrea Marianna Tiseo alla psichiatra Patrizia De Rosa, l’uomo non era affetto da parafilia, ma da un disturbo antisociale di personalità. In sostanza Antonio D. sarebbe in grado di intendere e di volere e in quell’occasione il suo legale ha proposto un patteggiamento a 7 mesi di carcere per “corruzione di minorenni” e il gip si è riservato di decidere.

Le foto pedopornografiche trovate durante una perquisizione

L’indagine sul 64enne si è allargata e, durante una perquisizione, in suo possesso sono state trovate oltre 30.000 foto pedopornografiche. Il gip ha accolto la richiesta di patteggiamento a due anni di carcere con le attenuanti generiche. Lo psichiatra Giorgio Gallino nell’occasione ha confermato la precedente diagnosi: non c’è alcun disturbo psichiatrico, ma si tratta di un disturbo di personalità.

Sulla questione altri esperti si sono espressi così: “La storia clinica e la letteratura scientifica dimostrano come la terapia farmacologica pur somministrata per lungo tempo non abbia mostrato alcuna utilità nel modificare i suoi tratti di personalità antisociale. Anche rispetto alla possibilità di impedire il reiterare reati sessuali”.