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Foggia

L’intervento per l’impianto di un defibrillatore, il malore e poi il decesso. Maxi risarcimento per la famiglia di un 78enne spirato al Policlinico Casilino di Roma

Un 78enne muore dopo un intervento di impianto di defibrillatore al Policlinico Casilino: il Tribunale di Roma riconosce la responsabilità dei sanitari e condanna l’ospedale a risarcire oltre 627mila euro alla famiglia

Pubblicato il 17 Dicembre 2025

Un intervento chirurgico programmato, il rapido peggioramento delle condizioni cliniche e, nel giro di poche ore, la morte di un paziente di 78 anni. Si è conclusa con una condanna al risarcimento di oltre 627mila euro la causa civile intentata dalla famiglia dell’uomo nei confronti del Policlinico Casilino di Roma, ritenuto responsabile per l’inappropriatezza dell’atto medico eseguito.

Dal ricovero all’intervento: cosa è accaduto

La vicenda risale al 23 maggio 2019. Il paziente, 78enne originario della provincia di Rieti, era stato ricoverato presso il Policlinico Casilino per un intervento programmato di impianto di defibrillatore.

Dopo la fase di pre-ospedalizzazione, l’uomo è stato accompagnato in sala operatoria e il procedimento chirurgico si è concluso regolarmente. Intorno alle 14 il paziente è stato riportato in reparto.

Poco dopo, però, l’uomo ha iniziato ad accusare forti dolori alla parte sinistra del corpo, dalla spalla al fianco. Come ricostruito in giudizio, è stato allertato immediatamente il personale infermieristico, quindi sono intervenuti i medici che hanno rilevato la presenza di un versamento pericardico.

Sono state avviate terapie d’urgenza, ma nonostante i tentativi di stabilizzare il quadro clinico, il 24 maggio il cuore del paziente ha cessato di battere.

L’azione legale della famiglia

La moglie e i due figli del 78enne hanno deciso di rivolgersi alla giustizia civile, avviando una causa contro il Policlinico Casilino. La famiglia è stata assistita dagli avvocati Domenico Martinelli e Berardino Terra, entrambi del foro di Avezzano.

Nel corso del procedimento, su incarico del Tribunale di Roma, è stata disposta una consulenza tecnica d’ufficio (CTU) affidata al giudice Lucia Bruni. La CTU ha rappresentato uno snodo centrale nella ricostruzione dell’accaduto.

La CTU: intervento ritenuto non indicato

Dalla consulenza tecnica d’ufficio è emerso che l’intervento di impianto del defibrillatore non era indicato alla luce delle caratteristiche cliniche e delle condizioni di salute del paziente.

Valutazioni analoghe erano già state formulate nella consulenza tecnica di parte, che ha visto il contributo dei professori Giorgio Marcelli e Gerardo Anzalone.

Secondo quanto riportato in sentenza, le risultanze peritali hanno evidenziato una inappropriatezza dell’atto chirurgico rispetto al profilo clinico del 78enne, elemento considerato determinante ai fini della decisione.

La decisione del Tribunale e l’entità del risarcimento

Alla luce degli elementi raccolti, il Tribunale di Roma ha accolto la domanda risarcitoria proposta dai familiari, ritenendo sussistente la responsabilità dei sanitari del Policlinico Casilino in relazione al decesso dell’uomo.

Con la sentenza dell’11 dicembre, il giudice ha condannato la struttura ospedaliera al pagamento di un risarcimento superiore a 627mila euro in favore della moglie e dei due figli del paziente.

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