Pubblicato il 10 Dicembre 2021
Per Selvaggia Lucarelli ormai è un conto aperto. Qualsiasi cosa riguardi Noto è nel suo radar e guai a sgarrare. Perché dopo le accese, accesissime polemiche provocate in estate con la durissima critica diffusa su Instagram alla vacanza trascorsa nel centro in provincia di Siracusa, definita “da incubo”, la giornalista/influencer da oltre un milione di follower torna alla carica.

E lo fa con un tweet, quello che vi mostriamo. “Noto colpisce ancora.”, con tanto di punto sentenzioso che stride con l’emoticon sorridente. Un colpo al cerchio e uno alla botte. Bastone e carota. Amaro e dolcificante. Lo stile che la caratterizza pure nei panni di giudice di Ballando con le Stelle, il programma del sabato sera di Rai 1, insomma.
In estate aveva definito un incubo la vacanza in Sicilia perché “Ho apprezzato la sfolgorante bellezza di tanti luoghi, ma non posso fare finta che non esista il resto. Sono completamente abbandonata al locatore del posto che ho affittato a prezzi esorbitanti, in una situazione folle – ha scritto su Instagram – Tutti i giorni va via la luce per guasti Enel in zona, oppure – quando va bene -salta solo il contatore se accendo un semplice forno. Quando va via la luce essendoci la trivella e non l’allacciamento alla rete idrica va via anche l’acqua. Non c’è un generatore, neppure una lucina di emergenza in giardino. Bui pesto, zero acqua, caldo atomico. Il proprietario e l’agenzia non hanno fatto niente, neppure mettere una luce a batteria sulla porta, oltre a invitarmi a pagare e andarmene di 13 agosto ma non so dove visto che non c’è un buco da nessuna parte. Ho viaggiato in tutto il mondo, ho dormito in bettole 5 stelle mai vissuto una situazione più surreale di questa. Affittate ville apparentemente bellissime, chiedete cifre astronomiche e poi nascondete magagne, zero servizi, maleducazione, menefreghismo. Non è questa la Sicilia che volevo raccontare. La misura è colma”.
Questa volta, per ora, si è limitata al tweet, comunque eloquente, col quale dice tutto su quel che pensa delle dichiarazioni del massimo rappresentante delle Diocesi di Noto, del vescovo Antonio Staglianò, che al termine del festival delle “Arti Effimere”, che nella cittadina barocca ha richiamato alunni di tutte le età, ha affermato “No, Babbo Natale non esiste. Anzi, aggiungo che il rosso del vestito che indossa è stato scelto dalla Coca Cola esclusivamente per fini pubblicitari”. Parole che hanno colto di sorpresa i più piccoli ma a generare la polemica, soprattutto sui social, sono stati i grandi. “Ho detto che Babbo Natale non è una persona storica come San Nicola da cui è stato tratto il personaggio immaginario – ha aggiunto monsignor Staglianò – Ho spronato i più giovani ad avere di Babbo Natale un’idea più incarnata per poter vivere meglio l’attesa e soprattutto lo scambio dei doni. Se Babbo Natale è San Nicola, i bambini dovrebbero aprirsi ad un sentimento di vicendevole aiuto, alla solidarietà dei doni verso i bimbi più poveri. Con tutto il rispetto per la casa produttrice della Coca Cola che si è inventata Babbo Natale. Il compito del vescovo è annunciare la carità evangelica, anche attraverso questi simboli della cultura popolare. È una via per fare poptheology e recuperare il senso vero della tradizione cristiana del Natale. Per il resto – ha concluso – i bimbi sanno che Babbo Natale è papà o lo zio. Quindi nessun sogno infranto”.
Anche se, a dirla tutta, a colpire, così come afferma la Lucarelli, eventualmente è stato il vescovo e non Noto, così come è stato generalizzato nel tweet. Ma si sa, quando ci si butta nella rissa, c’è chi ricorre ai colpi bassi, pur di avere la meglio.

