Pubblicato il 19 Aprile 2025
Un mal di testa fortissimo che ha segnato la vita di un uomo. Così iniziò la vicenda che ha portato due dottoresse dell’ospedale “Città di Aprilia” ad essere indagate per omicidio colposo. Un errore diagnostico che, secondo la famiglia, è stato determinante per la tragica morte dell’uomo.
La diagnosi errata: un mal di testa ignorato
Il paziente, un 59enne residente a Latina, si trovava a giocare a golf l’8 dicembre 2019 quando un dolore acuto alla testa lo colpì all’improvviso. Come raccontato dai colleghi de Il Messaggero Latina, incapace di sopportarlo, decise di recarsi d’urgenza all’ospedale “Città di Aprilia”, dove fu visitato da due dottoresse. La diagnosi iniziale fu cervicalgia, un disturbo spesso associato a dolore al collo. Per altro, non furono effettuati approfondimenti neurologici.
La tragica svolta: aneurisma non diagnosticato
Dopo essere stato dimesso e trattato con farmaci per alleviare i sintomi, l’uomo non migliorò. Il 22 dicembre, infatti, un ricovero d’urgenza al Santa Maria Goretti di Latina rivelò la vera causa del malessere: un aneurisma. Nonostante un intervento chirurgico tempestivo, il 59enne morì il 24 gennaio 2020. Da quel momento parte la battaglia della famiglia, che accusa l’ospedale di negligenza, ritenendo che il mancato approfondimento iniziale sia stato determinante per la morte prematura.
La battaglia legale e le posizioni delle dottoresse
Il caso è approdato in tribunale, dove le due dottoresse sono accusate di omicidio colposo. Nonostante la Procura abbia chiesto due volte l’archiviazione, il processo è andato avanti. Una delle dottoresse ha scelto il rito abbreviato, mentre l’altra affronterà un processo ordinario, con la prossima udienza fissata per il 30 settembre. Le figlie dell’uomo si sono costituite parte civile, sostenendo che la mancata diagnosi dell’aneurisma durante il primo ricovero sia stato un errore decisivo. L’avvocato delle due dottoresse, ha difeso la posizione delle indagate, sostenendo che i sintomi non giustificassero l’ipotesi di un aneurisma e che un approfondimento neurologico non fosse necessario. Sarà ora il giudice a stabilire la verità su questo caso.

