Pubblicato il 17 Ottobre 2025
La Cassazione conferma l’arresto per estorsione aggravata
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla difesa di Maria Concetta Riina, figlia maggiore del capo dei capi di Cosa Nostra, Totò Riina, rendendo esecutiva la misura cautelare in carcere.
L’avvocato della donna, Francesco Olivieri, ha confermato la decisione, precisando che il provvedimento non è ancora stato eseguito, ma è ormai definitivo.
Maria Concetta Riina è accusata di estorsione aggravata dalla Procura di Firenze, per aver minacciato due imprenditori toscani allo scopo di ottenere denaro e beni.
Le accuse: minacce e richieste di denaro a imprenditori toscani
Secondo le indagini, la figlia del boss avrebbe intimidito un industriale di Siena, pronunciando una frase che, per gli inquirenti, aveva il tono di una minaccia:
“Noi siamo sempre gli stessi di un tempo, le persone non cambiano.”
Da quell’episodio, Maria Concetta Riina sarebbe riuscita a ottenere una cesta di prodotti alimentari del peso di 45 chili, del valore di circa 350 euro, e 1.000 euro in contanti.
Le richieste rivolte a un secondo imprenditore, nel Pisano, non sarebbero invece andate a buon fine.
Il percorso giudiziario: dal gip alla Cassazione
Inizialmente, il gip aveva rigettato la richiesta di misura cautelare presentata dai pm della Dda di Firenze. Tuttavia, la Procura antimafia ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame, che ha disposto l’arresto.
La difesa di Maria Concetta Riina si era rivolta alla Cassazione, ma oggi la Suprema Corte ha confermato la misura cautelare, chiudendo la strada a ulteriori impugnazioni.
Coinvolto anche il marito
L’inchiesta ha riguardato anche il marito di Maria Concetta Riina, che risulta già detenuto per truffa.
Con questa decisione, la giustizia mette un nuovo punto in una vicenda che riporta l’ombra della famiglia Riina al centro delle cronache giudiziarie.

