Pubblicato il 28 Giugno 2023
Si spacciò per diavolo e abusò di ragazzi e ragazze.
La corte d’assise d’appello di Firenze ha condannato a dieci anni di reclusione Matteo Valdambrini per riduzione in schiavitù, violenza sessuale e pornografia minorile.
Il 26enne era stato arrestato nel 2020 con l’accusa di essere a capo di una setta e di aver costretto i suoi adepti a subire atti sessuali, dopo averli convinti di essere il “Diavolo”, era stato assolto dall’accusa di riduzione in schiavitù.
Si presentava come un bravo ragazzo e, spesso, per avvicinare le vittime, hanno ricostruito le indagini, dava ripetizione di inglese.
“Mia madre era contenta di lui. Poi propose di darmi lezioni gratis in cambio di prestazioni sessuali”, raccontò una delle vittime.
Valdambrini, ritiene la Procura, avvicinava i ragazzi più deboli e più fragili “con la promessa di sbloccare le loro potenzialità e risolvere i loro problemi di isolamento, solitudine e depressione”.
Li attirava a sé, secondo l’accusa, persuadendoli che erano stati prescelti con la missione di salvare il mondo.
Li avrebbe indotti a credere che in una precedente vita, avevano avuto un’altra identità: Amon, Atena, Lilith, le Sette Furie.
Valdambrini, avrebbe imposto agli adepti di inalare incensi e cristalli e di andare in luoghi isolati e pericolosi, così come l’ex ospedale psichiatrico Banfi a Firenze o a villa Sbertoli a Pistoia, perché potessero recuperare i ricordi delle vite pregresse.
Valdambrini non era in aula ad ascoltare la sentenza: è rimasto a casa in attesa della telefonata dei suoi legali, Sigfrido Fenyes, Pier Nicola Badiani ed Edoardo Orlandi.
La pg Angela Pietroiusti, la stessa che aveva coordinato le indagini della polizia, aveva chiesto la condanna a 12 anni di reclusione per lo studente pratese.
“Si spacciava per diavolo e capo di una setta esoterica. Poi mettendo in scena trucchi e sceneggiate in boschi e in edifici abbandonati abusava dei suoi adepti adolescenti riducendoli in stato di schiavitù”, aveva detto in aula nel corso della requisitoria.

