Pubblicato il 19 Ottobre 2025
NEW YORK, 19 ottobre 2025. Ore 13
Scontro a Rafah e risposta dell’aviazione israeliana
Secondo le ricostruzioni della stampa israeliana, un colpo di arma da fuoco contro un mezzo del genio a Rafah è stato interpretato come una violazione del cessate il fuoco: fonti locali riportano che combattenti hanno sparato contro il veicolo e che, in risposta, l’aeronautica israeliana ha colpito l’area. Al-Arabiya e N12 parlano di tre attacchi aerei effettuati dall’IDF nella zona.
Un funzionario militare citato dall’AFP ha dichiarato che miliziani di Hamas avrebbero compiuto “molteplici attacchi” contro le forze israeliane oltre la cosiddetta Linea Gialla, dove l’IDF mantiene postazioni, configurando così – secondo Tel Aviv – una palese violazione del cessate il fuoco.
Pressioni politiche interne: la richiesta di Ben Gvir
L’episodio ha riacceso il dibattito politico in Israele. Itamar Ben Gvir, ministro di estrema destra, ha rivolto un appello pubblico al premier perché ordini la ripresa su larga scala dei combattimenti nella Striscia di Gaza. “Chiedo al primo ministro di ordinare alle IDF di riprendere i combattimenti su vasta scala nella Striscia”, è il senso della sua richiesta riportata dalla stampa; Ben Gvir ha inoltre definito l’organizzazione come da annientare completamente.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa, accompagnati da alti ufficiali, hanno seguito gli sviluppi e avviato una valutazione sull’entità della risposta e sulle attività future nella Striscia.
Allerta internazionale: Washington avverte di un possibile attacco
Gli Stati Uniti hanno informato i Paesi che garantiscono l’accordo di pace che esisterebbe un “attacco imminente dei palestinesi contro i civili di Gaza, sarebbe una violazione del cessate il fuoco”. Il Dipartimento di Stato ha avvertito che un attacco pianificato contro la popolazione civile costituirebbe una grave e diretta violazione dell’accordo e metterebbe a rischio i progressi della mediazione. Se ciò dovesse avvenire, sono previste misure per proteggere la popolazione e preservare l’accordo.
La posizione di Hamas: obiettivo le «bande criminali»
Hamas ha respinto le accuse del Dipartimento di Stato e ha fornito una versione alternativa dell’accaduto, definendo le sue operazioni mirate contro “bande criminali armate e finanziate” che, a suo dire, agiscono all’interno della Striscia con il supporto di Israele. L’organizzazione ha denunciato che queste formazioni erano responsabili di uccisioni, rapimenti, furti di camion di aiuti umanitari e aggressioni contro civili palestinesi.
Hamas ha inoltre affermato che le proprie azioni sono condotte nel rispetto di “leggi chiare” e sono necessarie, secondo il movimento, per garantire la sicurezza all’interno di Gaza.
Possibili sviluppi e quadro generale
L’episodio di Rafah mette in luce la fragilità del cessate il fuoco e la rapidità con cui singoli incidenti possono tradursi in escalation militare o pressioni politiche per una ripresa delle operazioni. Le prossime ore saranno decisive per capire se l’episodio resterà circoscritto o innescherà una serie di ritorsioni più ampie, con conseguenze immediate sulla popolazione civile e sulle trattative di mediazione internazionale.

