Pubblicato il 17 Agosto 2025
Un possibile accordo all’orizzonte
La pace resta lontana, ma comincia a intravedersi uno spiraglio di speranza. Un’intesa tra le parti, seppur complessa e difficile, ora appare finalmente possibile. Tuttavia, resta un punto fermo: sarà solo Kiev a decidere quali concessioni fare a Mosca e quali rifiutare.
L’incontro di Anchorage, in Alaska, tra il presidente americano Donald Trump e il leader del Cremlino Vladimir Putin non ha prodotto risultati immediati per sbloccare il conflitto in Ucraina. Eppure, la premier italiana Giorgia Meloni sceglie di leggere la situazione con un certo ottimismo.
Subito dopo il faccia a faccia, lo stesso Trump ha aggiornato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i leader europei – tra cui Meloni – con una call di circa 90 minuti, secondo fonti statunitensi.
Prossimo vertice a Washington
Gli Stati Uniti si preparano già a ospitare un nuovo appuntamento: domani, lunedì, 18 agosto, Zelensky incontrerà Trump a Washington, insieme ai principali leader europei. Sarà un nuovo round diplomatico, a pochi mesi dal drammatico vertice nello Studio Ovale.
La posizione comune dei governi europei è stata definita in un comunicato congiunto, firmato da Meloni, Macron, Merz, Starmer, Stubb, Tusk, Costa e von der Leyen. Nel documento i leader accolgono “con favore gli sforzi di Trump per fermare le uccisioni in Ucraina e porre le basi per una pace giusta e duratura”.
Le richieste europee
I governi europei chiedono “garanzie di sicurezza solide e vincolanti” a tutela della sovranità ucraina. Trump avrebbe ribadito l’impegno americano in questa direzione. La cosiddetta “coalizione dei volenterosi” si dichiara pronta ad assumere un ruolo attivo e sottolinea che l’Ucraina non deve subire alcun veto russo sul suo percorso verso l’Unione Europea e la Nato.
Il messaggio a Mosca è chiaro: finché la guerra continuerà, resteranno in vigore sanzioni sempre più dure per colpire l’economia russa, fino al raggiungimento di una pace stabile.
La posizione di Giorgia Meloni
In una nota ufficiale, Meloni definisce il “punto cruciale” della crisi:
- Solo Kiev potrà decidere sulle proprie condizioni e sui propri territori.
- La vera chiave resta però nelle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, considerate essenziali per prevenire nuove invasioni russe.
Secondo la premier, è proprio su questo aspetto che ad Anchorage sono emerse le novità più rilevanti: “Solo robuste e credibili garanzie possono evitare nuove guerre e aggressioni”.
La proposta italiana e il sostegno Usa
Meloni ricorda come la proposta italiana – estendere a Kiev le tutele dell’articolo 5 della Nato – sia stata ripresa da Trump. La clausola prevede che un attacco all’Ucraina venga considerato come un’aggressione a tutti i suoi partner, inclusi gli Stati Uniti, garantendo così una difesa collettiva immediata.
Verso una nuova strategia comune
La diplomazia non si ferma. Alla vigilia dell’incontro Trump-Zelensky, i leader europei torneranno a riunirsi in videoconferenza per definire una strategia condivisa.

