Pubblicato il 1 Agosto 2025
Una sentenza che mette in discussione il protocollo Italia-Albania
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che la designazione di un Paese terzo come “Paese di origine sicuro” è legittima solo se soggetta a un effettivo controllo giurisdizionale. La decisione è stata emessa in risposta a un ricorso relativo al protocollo siglato tra Italia e Albania, che prevede il trasferimento di migranti nei centri albanesi per l’esame delle domande di asilo.
Il contesto: il caso dei migranti bengalesi
Nel caso specifico, due cittadini del Bangladesh, soccorsi in mare da autorità italiane, sono stati condotti nel Centro di Permanenza e Rimpatrio (CPR) a Gjader, in Albania. Lì hanno presentato richiesta di protezione internazionale, ma le autorità italiane l’hanno respinta con una procedura accelerata, ritenendo il Bangladesh un Paese sicuro, come stabilito da un atto legislativo approvato in Italia nell’ottobre 2024.
Le criticità sollevate dal Tribunale di Roma
Il Tribunale ordinario di Roma, interpellato dopo il ricorso dei due cittadini bengalesi, ha sollevato dubbi sulla mancanza di trasparenza dell’atto legislativo. In particolare, si contesta che non siano state rese note le fonti di informazione su cui si basa la valutazione della sicurezza del Bangladesh. Senza queste informazioni, né il richiedente né il giudice nazionale possono contestare o verificare la legittimità della decisione, elemento che secondo la Corte europea è fondamentale.
I requisiti stabiliti dalla Corte UE
Secondo la sentenza della Corte, gli Stati membri possono designare un paese terzo come sicuro solo se:
- Tale designazione può essere oggetto di controllo giurisdizionale effettivo;
- Le fonti di informazione utilizzate siano accessibili al richiedente e al giudice;
- Le condizioni sostanziali previste dalla direttiva UE 2013/32 siano rispettate, in particolare quelle indicate nell’allegato I.
Inoltre, non è possibile includere un Paese nell’elenco dei “Paesi sicuri” se non garantisce protezione a tutta la popolazione, o a categorie chiaramente identificabili di persone.
Il ruolo del giudice nazionale
Il giudice nazionale può svolgere un ruolo attivo nella verifica della legittimità della designazione, utilizzando anche fonti proprie, purché affidabili e disponibili alle parti per eventuali osservazioni. Questo meccanismo è considerato essenziale per garantire una tutela giurisdizionale piena e imparziale.
Prospettive future: in arrivo un nuovo regolamento UE
La Corte ha precisato che fino all’entrata in vigore del nuovo regolamento UE previsto per il 12 giugno 2026, gli Stati membri non possono designare come sicuro un Paese che non offra sufficienti garanzie a tutte le categorie di cittadini. Il futuro regolamento prevede deroghe mirate per specifiche categorie vulnerabili, ma fino ad allora vale il principio di protezione universale. Fonte LaPresse

