Pubblicato il 2 Agosto 2025
Piantedosi: “Non arretriamo di un passo, le strutture resteranno operative”
Nessun ripensamento da parte del governo Meloni sulla gestione dei centri per migranti in Albania, nonostante la recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha sollevato dubbi sulla legittimità della strategia adottata dall’Italia in tema di immigrazione.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha confermato che le strutture rimarranno aperte: al momento continueranno a funzionare come Cpr (Centri di permanenza per i rimpatri), in attesa di riprendere la loro funzione originaria di hub per le procedure accelerate di frontiera.
Il commento del ministro: “Il sistema d’asilo è superato”
Piantedosi ha reagito alla sentenza affermando che questa, in realtà, mette in luce le falle di un sistema ormai obsoleto:
“È una sentenza che, a mio giudizio, conferma quanto affermato dall’Economist: il sistema di asilo fondato sulla Convenzione ONU del 1951 non è più sostenibile“, ha dichiarato in un’intervista a Libero.
Il ministro ha sottolineato che le norme internazionali nate per proteggere chi fuggiva dalle persecuzioni oggi vengono usate in modo strumentale per migrare stabilmente nei Paesi più ricchi.
“Come scrive l’Economist – ha aggiunto – l’asilo è diventato una via d’uscita per l’emigrazione illegale, e gli elettori percepiscono chiaramente che il sistema è stato manipolato“.
La bocciatura della Corte UE e le ripercussioni sul protocollo con l’Albania
La sentenza della Corte di Giustizia UE ha contestato l’automatismo con cui vengono designati i Paesi sicuri, stabilendo che tale classificazione può essere fatta tramite atto legislativo, ma deve comunque essere valutata dai giudici caso per caso. Inoltre, ha precisato che un Paese è sicuro solo se garantisce diritti e protezione a tutta la sua popolazione, basandosi su informazioni accessibili e trasparenti.
Una posizione che mette in discussione l’accordo Italia-Albania, più volte promosso dalla premier Giorgia Meloni come pilastro della strategia di contenimento dei flussi migratori. Nonostante ciò, Piantedosi ha assicurato che “proseguiremo con fermezza nelle politiche adottate finora”, anche grazie ai nuovi Regolamenti europei sull’immigrazione in arrivo.
Il parere di Nordio e il ruolo della Commissione europea
Anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha voluto intervenire, sostenendo che la sentenza non invalida la linea del governo, ma anzi riconosce legittima la designazione legislativa dei Paesi terzi come sicuri.
“Il controllo dei giudici dev’essere effettivo e motivato, ma resta nei limiti della norma”, ha spiegato.
Nel frattempo, un portavoce della Commissione europea ha ricordato che i rilievi della Corte sono coerenti con quanto previsto nel nuovo Patto europeo su migrazione e asilo, che comprende anche un regolamento sui rimpatri. La Commissione ha chiesto di anticipare l’entrata in vigore delle nuove norme, inizialmente prevista per giugno 2026.

