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Minaccia di diffondere video intimi per estorcere denaro: 32enne denunciato a Paternò

Pubblicato il 31 Luglio 2025

Tentata estorsione e minaccia legata alla diffusione di contenuti a sfondo privato: sono queste le gravi accuse, ancora da confermare in sede giudiziaria, rivolte a un uomo di 32 anni originario di Catania, denunciato a piede libero dai carabinieri del Nucleo Radiomobile di Paternò.

La lite in centro e l’intervento dei carabinieri

L’indagine è partita in seguito a una segnalazione per lite scoppiata in pieno centro cittadino. Giunti sul posto, i militari hanno trovato una coppia – uomo e donna, conviventi – visibilmente scossa e agitata. I due hanno raccontato che un loro conoscente era entrato in possesso di un video girato durante un momento di intimità e li avrebbe minacciati di pubblicarlo online se non gli avessero consegnato del denaro.

Le pressioni e il rischio di “revenge porn”

La coppia avrebbe provato a convincere l’uomo a rinunciare alla sua minaccia, ma secondo quanto ricostruito, lui avrebbe continuato a insistere, aggravando ulteriormente la situazione. Il comportamento descritto rientrerebbe nel contesto del cosiddetto “revenge porn”, ovvero la diffusione (o minaccia di diffusione) di materiale sessualmente esplicito senza consenso al solo scopo di vendetta o ricatto.

Denuncia e sequestro di una pistola giocattolo

Dopo essersi recati in caserma per sporgere formale denuncia, i due sono stati assistiti dai carabinieri che hanno rintracciato il presunto autore poco lontano dal luogo della lite. Durante l’identificazione, i militari hanno notato una forma anomala nella tasca posteriore dei jeans dell’uomo: la successiva perquisizione ha portato alla scoperta di una pistola giocattolo priva del tappo rosso, una Bruni modello 92 con caricatore vuoto.

L’uomo è stato deferito all’Autorità Giudiziaria e l’arma scenica è stata sequestrata a scopo preventivo.

Le indagini proseguono

Le forze dell’ordine continueranno a indagare per verificare l’attendibilità delle accuse e chiarire ogni aspetto dell’accaduto. Intanto, la vicenda riaccende i riflettori su un fenomeno ancora troppo diffuso e pericoloso, che mette a rischio la dignità e la privacy delle persone coinvolte.

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