Non è un periodo particolarmente facile per Macron: recentemente è stato investito da un’ondata di critiche per il caso del costoso orologio “scomparso” durante un’intervista dove parlava dei salari minimi, e ora deve gestire lo spinoso caso di Marlène Schiappa, ministra francese responsabile di Economia sociale, solidale e ambientale che di recente ha rilasciato un’intervista e posato per Playboy con un outfit audace e sensuale.
Il ministero difende la Schiappa, sostenendo che la ministra è vestita e indossa un abito bianco, quindi la foto non può essere considerata “scandalosa”.
Un consigliere, secondo quanto riportato da Le Parisien, avrebbe risposto: “Non importa come è vestita, è una cosa da matti. Non è possibile una cosa del genere in piena crisi sociale sulle pensioni”.
Altri colleghi hanno commentato laconicamente: “Abbiamo sperato, purtroppo invano, che fosse un pesce d’aprile”.
Gli attacchi arrivano soprattutto dalla sinistra francese e in particolare da Jean-Luc Mélenchon che ha commentato: “In un Paese dove il presidente parla su Pif e la sua ministra Schiappa su Playboy, dicono che il problema è l’opposizione”.
La foto su Playboy, che sarà pubblicata il prossimo 8 aprile, mostra la ministra francese con la bandiera transalpina alle spalle e un vestito bianco piuttosto “mini”, che evidenzia il suo generoso décolleté.
Secondo quanto riportato da Il Corriere della sera, il gruppo della ministra ha risposto così alle accuse: “Abbiamo sempre rivendicato il fatto di parlare a tutti e di avere una comunicazione non convenzionale. Del resto questo è uno dei motivi dei numerosi sostegni di cui gode la segretaria di Stato”.
Viene poi spiegato che la foto della ministra è una provocazione per favorire la sensibilizzazione sul problema delle libertà delle donne: “Marlene Schiappa è l’unica nel governo capace di rispondere a una rivista come Playboy, ed è la prima politica a comparire sulla sua copertina. Nell’intervista Marlene Schiappa parla della libertà delle donne in Afghanistan e ricorda che la Francia difende il diritto all’aborto ma anche i diritti LGBT+ sulla scena internazionale”.
Intanto anche Jean-Christophe Florentin, editore francese di Playboy, difende la ministra definendola “la politica più Playboy-compatibile” e sostiene che la rivista si è ormai staccata di dosso l’etichetta di giornale maschilista ma, anzi, può diventare uno strumento della causa femminista.
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