Pubblicato il 13 Giugno 2025
Nella mattinata di giovedì 12 giugno, Mirko De Persiis, originario di Zagarolo, ha perso la vita a seguito di un drammatico incidente che lo ha visto schiacciato dal furgoncino utilizzato per la raccolta dei rifiuti. Il tragico episodio si è verificato lungo via Colle Sant’Angelo, a Valmontone, un’area con una strada particolarmente ripida che conduce al cimitero. L’ipotesi più accreditata è che il mezzo, inizialmente parcheggiato, si sia sfrenato e abbia travolto De Persiis mentre si trovava nelle vicinanze. L’uomo è stato schiacciato dal furgone mentre veniva trascinato per diversi metri.
Nonostante il tempestivo intervento dei sanitari del 118, che hanno tentato di rianimarlo, per Mirko non c’è stato nulla da fare. Il decesso è stato constatato poco dopo l’arrivo dei soccorsi.
La reazione della comunità e dell’azienda
Mirko De Persiis lavorava per l’azienda Ambiente Energia e Territorio (AET) di Ciampino. L’azienda ha espresso il proprio cordoglio attraverso una nota ufficiale, ricordando De Persiis come un lavoratore di grande dedizione, umanità e professionalità. “La sua perdita è un dolore immenso e un grande vuoto che lascia nel nostro team. Era un esempio per tutti”, si legge nel messaggio aziendale.
Anche le comunità di Zagarolo e Palestrina, dove Mirko era ben conosciuto, sono rimaste sconvolte dalla tragedia. Molti amici e familiari hanno condiviso messaggi di affetto sui social, ricordando Mirko come una persona generosa e un amico sempre presente. L’intera zona ha vissuto con grande tristezza la sua morte, che ha lasciato un segno profondo tra le persone che lo conoscevano.
L’emergere della questione sicurezza sul lavoro
L’incidente che ha portato alla morte di De Persiis ha riportato all’attenzione pubblica la questione della sicurezza sul lavoro, soprattutto per coloro che operano nel settore dei servizi ecologici. In risposta alla tragedia, i sindacati FP Cgil Roma e Lazio, Uiltrasporti e Fiadel Lazio hanno proclamato uno sciopero come forma di solidarietà ai familiari di Mirko e per denunciare le condizioni di lavoro pericolose. Il 13 giugno, infatti, i lavoratori di AET hanno incrociato le braccia per l’intero turno di lavoro.
Lo sciopero non è stato solo un atto di solidarietà, ma anche una protesta contro le modalità operative che, secondo i sindacati, mettono a rischio la sicurezza degli operatori. In particolare, si è messo in evidenza il modello del “mono operatore”, una prassi in cui un solo lavoratore si trova a gestire un servizio complesso e potenzialmente pericoloso. I sindacati hanno chiesto che questo modello venga messo fine e che la sicurezza sul lavoro diventi una priorità assoluta.

