Pubblicato il 13 Gennaio 2022
Dopo il duro attacco di Nello Musumeci anche alla maggioranza, che lo ha relegato al terzo posto fra i grandi elettori in Sicilia del successore di Sergio Mattarella, un coro unanime, indignato, offeso dalle dichiarazioni, chiede le dimissioni del presidente della Regione Siciliana. I 29, miseri, voti ricevuti ieri pomeriggio sono lo specchio di una crisi che ha rotto definitivamente gli argini. E stamattina il governatore ha convocato gli assessori in Giunta per notificare l’azzeramento anticipato col video diffuso sui social ieri sera.
Terzo dopo il grillino Nuccio Di Paola. Spazzato via da Miccichè (44), Musumeci ha fatto peggio del suo predecessore, di Rosario Crocetta, battuto nel 2015 da Giovanni Ardizzone 44-37. E il distacco dal leader forzista poteva essere maggiore, se ieri in aula ci fossero stati i tre assenti di centrodestra (Roberto Di Mauro, Carmelo Pullara e Riccardo Savona), che non hanno mai fatto mistero della loro disistima nei confronti del leader di Diventerà Bellissima.
“Musumeci non lascia la poltrona nemmeno di fronte alla sua maggioranza sgretolata. Che tristezza sentire ormai da 5 anni un presidente di regione prendersela una volta con l’opposizione, una volta con i governi romani brutti e cattivi e quando perde con il voto segreto. Ma perché non capisce che il problema è lui? Parla di mezzucci e pensa di risolvere sventolando assessorati, magari pensa di recuperare qualche voto, certamente non risolverà i problemi della Sicilia e dei siciliani, figuriamoci se sistema la sua maggioranza. Il vero problema della Sicilia è lui, se veramente vuole fare un favore alla Sicilia, che azzeri se stesso, politicamente si intende, visto che è ormai sotto gli occhi di tutti che non ha dalla sua parte nemmeno quelli che 5 anni fa lo appoggiarono”, dichiara Giancarlo Cancellieri, sottosegretario di Stato al Ministero delle infrastrutture che nelle scorse amministrative regionali è stato sconfitto, col suo M5S, dal Governatore adesso nella bufera.

Affermazioni supportate dall’europarlamentare grillino Dino Giarrusso anche con una eloquente elaborazione grafica che sintetizza non soltanto il pensiero dei colleghi di partito, compatti nel divulgare il flop di Musumeci: “Non è facile dire se si tratti più di tragedia o di farsa, quel che invece è certo è che a pagare le conseguenze di questo imbarazzante teatrino con protagonista l’imbarazzante Nello Musumeci saranno ancora una volta i cittadini siciliani. Musumeci è stato di fatto sfiduciato dalla sua stessa maggioranza, che lo umiliato relegandolo al terzo posto fra i rappresentanti siciliani che voteranno quali grandi elettori il nuovo Presidente della Repubblica. Anziché prendere atto del completo fallimento suo e della sua giunta e andarsene, Musumeci come in una pochade di cattivo gusto preferisce sbraitare, insulta i suoi stessi uomini chiamandoli accattoni e disertori, vagheggia di intimidazioni (di che tipo? Da parte di chi? Se in un’isola meravigliosa piagata dalla mafia qualcuno va ad intimidire il Presidente non è il caso di rivolgersi alla magistratura e denunciare?) e racconta pensoso per l’ennesima volta la favoletta di possibili dimissioni. Ma poi, ed ecco l’aspetto tragico e farsesco insieme, svela il millesimo bluff ed annuncia che non si dimetterà, non governerà a casa, non ci darà la possibilità di votare e scegliere un nuovo Presidente e una nuova giunta, macché! L’unica cosa che dice di fare, dopo aver preso un tale ceffone, sarà azzerare la giunta per farne un’altra, sempre guidata da lui. Ma da chi dovrebbe essere sostenuta, questa nuova giunta? Dagli stessi che oggi ha definito accattoni e disertori da “tenere lontani per questioni di igiene” (sic!), dagli stessi suoi alleati che oggi di fatto gli hanno dato il foglio di via e che invece, incredibilmente, nel boschetto della fantasia di Musumeci domani dovrebbero assicurargli di governare in serenità. Ma dove? Quando? Come? Con chi? In Sicilia ci sono problemi SPAVENTOSI, e i siciliani hanno il DIRITTO DI ESSERE GOVERNATI DA PERSONE ONESTE, COMPETENTI E CAPACI. Musumeci e i suoi hanno dimostrato di non esserlo, ed oggi ogni trucchetto da avanspettacolo è caduto di fronte alla fredda implacabile realtà dei numeri. La Sicilia merita di meglio, ed è doveroso che voi tutti sappiate come anche la chiusura delle scuole è dovuta alla totale inettitudine della Regione Siciliana e del Presidente Musumeci (non prendetevela coi sindaci, chiunque siano: la colpa non è loro stavolta!) e arriva nonostante la nostra Barbara Floridia abbia fatto stanziare 92 milioni per tracciamento. Non sono i soldi del governo centrale oggi a mancare, ma la capacità di Musumeci e compagni di spendere quei soldi, di gestire la cosa pubblica, di governare come andrebbe governata l’isola più bella del mediterraneo. Con questa tragica farsa si chiude dunque il sipario sull’esperienza Musumeci e vengono fuori tutte le carenze del centrodestra siciliano, dilaniato da faide interne e dominato da mezze figure. Noi siciliani meritiamo di meglio, e dobbiamo iniziare fin da adesso a lavorare per il futuro”.
Ma la resa dei conti, scontata, ovvia, scatenata da quel che è avvenuto ieri pomeriggio, preoccupa chi attende da tempo la stabilizzazione, chi dalle bizze politiche dipende e si sente intrappolato. Così come manifesta con chiarezza Salvo Cariddi, uno dei rappresentanti dei lavoratori Asu: “E il caos fù, malumori, presunte dimissioni prima e azzeramento della Giunta regionale annunciato poi. Morale della favola, mentre loro litigano per capire chi è il più bello e bravo, chi ha tradito chi, la Sicilia, i siciliani e noi miseri Asu rimaniamo senza uno straccio di strumento finanziario per quanto precario pure lui. Niente bilancio provvisorio dunque, tutto rinviato per l’ennesima volta, a martedi 18, liti di palazzo permettendo. Vista l’attuale crisi di governo e l’azzeramento della giunta, al momento sarà complicato anche instaurare il giusto confronto, per le tante criticità che restano nella vertenza Asu”.
“Il governo Musumeci non s’è mai distinto per impegno, dinamismo, concretezza. Adesso, è persino sparito. È stato azzerato dal presidente della Regione che, per un fatto personale, per una manciata di voti, ha deciso di fare dispetto ai siciliani. La definitiva paralisi dell’ente, in attesa di nuovi assessori che dovranno ricominciare da zero, è solo un modo per provocare ulteriori danni ai cittadini – sottolinea Luisella Lionti, segretario generale della Uil Sicilia – L’emergenza Covid, quindi, non è importante, la corsa contro il tempo per la spesa dei fondi europei può anche attendere. Il presidente Musumeci ha scelto di lavorare per la sola questione che lo preoccupa: le prossime elezioni regionali e la sua conferma”.

