Pubblicato il 8 Giugno 2022
Delle condizioni della salute della sorella non gli importava. No, il suo affrettarsi a raggiungere il Veneto dalla Campania non è stato stimolato da amore fraterno. Lo stimolo che lo ha mosso è stato quello del parassita o dello sciacallo, fate voi, pronto a profittare della vittima…
La vicenda risale al 2016, quando la sorella, una 66enne residente a Montebelluna, in provincia di Treviso, è stata colpita da una forma particolarmente aggressiva di meningite.
Tanto da essere ricoverata in ospedale e da rischiare la vita. Vista la situazione, avrebbe chiesto al fratello, un 61enne residente a Napoli, di assisterla.
I due avevano buoni rapporti e la donna si fidava di lui.
Ed è proprio di quella fiducia che lui ha sfruttato nella maniera più bieca.
Entrato in possesso delle password per accedere all’home banking della malcapitata, il 66enne ha versato due bonifici nel proprio conto, per un totale di 9.800 euro, convinto che la sorella abbia ben altro a cui pensare in quel momento.
Proprio così, mentre lei lottava tra la vita e la morte da un letto d’ospedale, il fratello le ha svuotato il conto corrente.
Terminata la degenza, però, il furto viene a galla: la donna si ritrova con il conto quasi del tutto decurtato e andando a controllare le transazioni scopre che il responsabile non può che essere il fratello. Lui all’inizio tentenna, poi ammette il prelievo non autorizzato, si mostra pentito e promette di restituire il maltolto.
I mesi passano e la donna si vedere restituire soltanto cifre irrisorie rispetto alla refurtiva sottratta. A nulla servono le sollecitazioni prima e l’ultimatum poi. Così, amareggiata e delusa non le resta che sporgere denuncia contro il fratello.
Inizialmente l’uomo era stato indagato per indebito uso di carte di credito, una fattispecie di reato che però è stata introdotta nel nostro ordinamento soltanto nel 2020. Così il gup del tribunale di Treviso ha riqualificato i fatti in truffa informatica aggravata dalla minorata condizione della donna.
Ieri il gup Piera De Stefani ne ha disposto il rinvio a giudizio.
Il processo si inizierà il 18 aprile del 2023.
La 66enne si è costituita parte civile con l’avvocato Luisa Osellame.

