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New York Times

Il New York Times sputtana Corriere della Sera e Il Giornale: “Sulla Meloni ci citano falsamente”

Pubblicato il 25 Luglio 2022

“Con la campagna elettorale è ripartita, puntuale come sempre, la macchina del fango contro di me e contro Fratelli d’Italia. Aspettatevi di tutto in queste settimane perché sono consapevoli dell’imminente sconfitta e useranno ogni mezzo per tentare di fermarci. Se ci riusciranno o no dipenderà da voi”.

Così Giorgia Meloni.

Il messaggio, pubblicato su Facebook, fa riferimento ad “attacchi da parte della stampa internazionale”.

L’editoriale del giornalista britannico David Broder, apparso tre giorni fa sul New York Times, e titolato “Il futuro è l’Italia ed è desolante”, fa discutere.

“Il commento analizza l’ascesa di Meloni e parla della lunga stabilità garantita dal governo Draghi. Quindi traccia una possibile prospettiva: Le elezioni anticipate potrebbero aprire la strada a Fratelli d’Italia, facendolo diventare il primo partito di estrema destra a guidare una grande economia dell’eurozona. Per l’Europa e il Paese, sarebbe un vero e proprio evento sismico. E conclude: Forse non bruceremo tutti insieme nel fuoco. Ma se l’estrema destra salirà al governo, in Italia o altrove, sicuramente qualcuno di noi lo farà”, scrive il Corriere della Sera, che viene smentito da David Broder:

“Ma non dico niente del genere, quindi immagino che l’autore non abbia effettivamente letto il mio articolo”.

Meloni, intanto, replica con le poche righe del post: “Arriva il fango, aspettatevi di tutto”. 

Appare poco dopo un altro messaggio in cui si lancia l’allarme contro “l’enorme problema di sicurezza” che ci sarebbe in Italia e a Milano in particolare, tema-bandiera della destra. Se lo scopo è serrare i ranghi, la strategia funziona. Almeno sui social. I commenti sono in larghissima parte galvanizzati, la reazione dei follower, a parte qualche rimprovero per le scelte della leader sulla guerra in Ucraina, è compatta: “Non ci riusciranno, Giorgia”.

E David Broder sottolinea come anche il Giornale abbia inventato tre sue citazioni, individuando soltanto un velato collegamento con quanto da lui effettivamente scritto.

In realtà, Broder non ha mai attribuito al partito di Berlusconi questa etichetta, affermando, invece, come – anche a partire dall’atteggiamento degli azzurri in occasione del non voto alla fiducia a Mario Draghi – la sua ambizione di essere un partito anti-populista di destra o centrista possa essere effettivamente messa in dubbio.

L’altro punto contestato al giornale è la definizione del governo di Mario Draghi come “il primo governo post democratico in Europa”.

In realtà, questa definizione non ha nulla a che vedere con un presunto tentativo di ascrivere questa affermazione nel solco dell’autoritarismo, mentre invece – come spiega lo stesso Broder su Twitter – si riferisce a una tendenza che è molto ben presente nell’Italia degli ultimi decenni: il fatto di individuare delle larghe intese a supporto di un governo tecnico. E, in effetti, dal governo Dini fino ad arrivare al governo Monti, l’Italia mostra di avere una lunga tradizione in proposito.

Infine, l’accusa di aver affermato che il “Pci filo-sovietico sognava una democrazia progressista”: non si tratta di una frase di Broder, ma di uno slogan del partito comunista. Non basta, dunque, a giustificare il fatto che l’opinionista del NY Times non abbia cercato le prove per smascherare, invece, una sorta di governo autoritario comunista nella recente storia dell’Italia.