Pubblicato il 3 Giugno 2022
Il calcio sferrato voleva uccidere. E’ stato colpito per esibire la propria forza, per mettersi alla prova, come se avesse davanti una cavia, sulla quale testare l’arma a disposizione della sua ferocia, della sua malvagità.

Nicolò Ciatti è stato ucciso senza pietà dal 29enne Rassoul Bissoultanov.
E’ quanto ha stabilito la giuria popolare del Tribunale provinciale di Girona, in Spagna, che al termine della camera di consiglio ha condannato per omicidio volontario il cittadino ceceno che partecipò al pestaggio del 22enne toscano morto nell’agosto del 2017 a Lloret del mar.

Lo ha spiegato il legale della famiglia, Agnese Usai.
Sarà ora il giudice, in un secondo momento, a stabilire l’entità della pena.
L’accusa ha chiesto 24 anni di condanna e 9 di libertà vigilata avanzata.
Assolto, invece, l’amico di Bissoultanov, Movsar Magomadov
“Chiedo perdono a tutta la famiglia – aveva detto durante la deposizione Rassoul Bissoultanov – In Italia, dopo l’estradizione dalla Germania, sono stato trattato come un terrorista”.

“Non sapevo che dando un calcio alla testa potesse morire – aveva dichiarato l’esperto di lotta libera alla pubblica accusa – “Non pensavo di fare tanto danno. E’successo tutto rapidamente, ero nel panico, in quel momento non sapevo controllarmi”.
Secondo Bissoultanov, tutto sarebbe cominciato dopo che aveva pestato un piede, “non ricordo a chi del gruppo di italiani”. “Risposi sorridendo: ‘que pasa amigo’? Cominciarono ad arrivarmi spinte e pugni”. Il pubblico ministero aveva obiettato che lui quella notte non ebbe neanche una lesione, e che il calcio che uccise Niccolò Ciatti era stato diretto a una persona a terra, che non lo stava guardando.
“Avevo paura che mi arrivassero tutti addosso, che mi aggredissero. È stata casualità, non era forte. E’ stato un incidente, non volevo ammazzare quel ragazzo”., aveva concluso.

