Pubblicato il 12 Aprile 2025
Nicolò Caronia, 94 anni, ex poliziotto, è morto dopo una lunga agonia in ospedale, durata tre mesi. La sua scomparsa, avvenuta in silenzio per molti, è invece rimasta ben presente nella memoria della sua famiglia e nelle indagini dei carabinieri e della procura di Roma. La vicenda, che risale all’estate scorsa, ha preso una svolta definitiva: l’uomo che lo assisteva, un cittadino dello Sri Lanka di 32 anni, è oggi formalmente accusato di omicidio volontario.
Dal tentato omicidio all’accusa più grave
Le indagini erano partite nel giugno del 2024, dopo che l’anziano era stato trovato gravemente ferito all’interno del proprio appartamento nel quartiere Portuense. Il decesso di Caronia, avvenuto il 27 agosto, ha portato a un aggravamento dell’imputazione: il reato inizialmente ipotizzato – tentato omicidio – è stato modificato in omicidio volontario. La procura ha quindi chiesto il rinvio a giudizio per il badante.
Un’aggressione brutale per una richiesta di caffè
Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, l’aggressione sarebbe scattata in seguito a una semplice richiesta da parte dell’anziano: un caffè. Il gesto, apparentemente banale, avrebbe fatto esplodere la violenza del badante, assunto da pochi giorni e trovato in stato di ubriachezza nell’abitazione. L’uomo, secondo gli investigatori, ha reagito con una serie di colpi violenti: pugni, calci e gomitate. Dopo averlo picchiato, lo avrebbe trascinato nel letto e lasciato lì in condizioni disperate.
L’allarme del figlio e l’intervento dei carabinieri
È stato il figlio di Caronia a dare l’allarme, dopo non essere riuscito a contattare il padre al telefono. Immediato l’intervento dei carabinieri, che hanno trovato l’ex poliziotto in condizioni drammatiche. Da quel giorno è iniziata la lunga degenza all’ospedale San Camillo, dove Caronia ha lottato per mesi prima di morire.
Il permesso di soggiorno e il rancore verso la divisa
Dietro il gesto, secondo quanto emerso dalle indagini, ci sarebbe anche una frustrazione personale del badante: il mancato rinnovo del permesso di soggiorno, che l’uomo avrebbe attribuito alla responsabilità delle forze dell’ordine. Una motivazione che, agli occhi degli inquirenti, avrebbe trasformato l’anziano – ex poliziotto – in un bersaglio di odio.
Rito abbreviato respinto: la decisione attesa la prossima settimana
Nel corso dell’udienza preliminare, il 32enne ha richiesto di essere giudicato con rito abbreviato, ma il giudice per l’udienza preliminare ha respinto l’istanza. La decisione sul rinvio a giudizio verrà presa nei prossimi giorni, mentre la famiglia dell’ex agente attende che sia fatta giustizia.

