La community conta oggi oltre 400mila persone che scelgono di non masturbarsi per 90 giorni per raggiungere un maggiore benessere, consapevolezza di sé e soddisfazione morale. “NoFap ™ è una piattaforma laica per la salute sessuale incentrata sulla comunità progettata per aiutarti a superare la dipendenza dal porno, l’uso eccessivo del porno e il comportamento sessuale compulsivo”, si legge sulla piattaforma. Sì, potrebbe sembrare la predicazione di un gruppo di fanatici religiosi contro la masturbazione, eppure il movimento è diventato nel tempo il punto di riferimento di una comunità che conta centinaia di migliaia di iscritti.
Tuttavia, sebbene l’intenzione di NoFap sia quella di ridurre il disagio delle persone che fanno un uso compulsivo della pornografia, studi hanno suggerito che tornare a masturbarsi dopo un lungo periodo di astinenza possa causa paradossalmente ancor più disagi fisici (disfunzioni erettili) e psicologici (sensazione di angoscia e di aver fallito).
Il movimento è nato dalla curiosità di un ragazzo americano, Alexander Rhodes, per i risultati di studio, riportato nel 2011 su Reddit (un sito di social news, intrattenimento e forum dove gli utenti registrati possono pubblicare contenuti sotto forma di post testuali o collegamenti ipertestuali), secondo cui l’astinenza dalla masturbazione avrebbe portato a un notevole incremento del livello di testosterone. Con grande curiosità, ma anche con un certo scetticismo, Alexander si è messo alla prova: niente masturbazione né sesso per 7 giorni. Non ha controllato poi il livello di testosterone, ma, abituato a praticare l’autoerotismo con grande frequenza, ha subito notato alcuni effetti benefici dell’astinenza sulla salute e sul proprio benessere generale. Per confrontarsi con altri uomini e capire se anche loro, astenendosi dalla masturbazione, sperimentavano lo stesso livello di energia e benessere psicofisico, ha deciso di creare la comunità virtuale “NoFap” (“fap” è un gergo onomatopeico per indicare il piacere personale maschile).
In poco tempo la comunità di NoFap è diventata il punto di riferimento per centinaia di migliaia di iscritti, trasformandosi in un rifugio digitale per tutti gli uomini che cercano di fuggire dalla pornografia. “La pubblicità promuove software che bloccano l’accesso a siti pornografici e programmi che promuovono l’idea di abbandonare la pornografia e la masturbazione. Ci sono anche forum di discussione e testimonianze di uomini che condividono le proprie storie di successo o di insuccesso”, ha spiegato Rhodes.
Per aiutare le persone affette o convinte di soffrire di dipendenza dal porno, la comunità promuove l’astinenza per un tempo sufficientemente lungo (90 giorni o più) chiamata “riavvio”, pratica basata sulla convinzione che l’astinenza reimposta il corpo e il cervello, che viene stato “ricablato” dal porno o dalla masturbazione.
In linea di massima, gli studi in circolazione non ritengono che il porno in sé abbia effetti collaterali, quanto il suo consumo eccessivo: in quest’ultimo caso, a livello cerebrale si attiverebbero gli stessi centri coinvolti anche nelle dipendenze di altro tipo. La dipendenza da porno (ricerca compulsiva del piacere sessuale attraverso la visione di video, foto o siti pornografici), fa parte infatti del disturbo più generale di dipendenza sessuale, così come scritto nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM 5).
La dipendenza da pornografia viene vista dunque come un’appendice secondaria della dipendenza da sesso, ma non costituisce di per sé un sottotipo di disturbo ufficialmente riconosciuto, seppur molti ricercatori non siano d’accordo. Quindi, il problema è quando il porno diventa una dipendenza, masturbazione compresa. Che non va assolutamente demonizzata – anzi, è fisiologica per la sessualità maschile, oltre che benefica (secondo una ricerca, 21 orgasmi al mese riducono il rischio di cancro alla prostata) -, ma si trasforma un campanello d’allarme se diventa compulsiva.
Dal sondaggio condotto dai ricercatori dell’Università della California, su 587 uomini iscritti a NoFap, è emerso che la riuscita o il fallimento dell’astenersi dalla masturbazione per un lungo periodo (“riavvio”), ha suscitato nel 28,9% degli intervistati sentimenti di vergogna, inutilità, tristezza, ed altre emozioni negative fino al desiderio di suicidio. Gli scienziati hanno anche scoperto che l’astinenza non solo non riesce a “curare” la dipendenza dal porno, ma può addirittura causare o aggravare la disfunzione erettile. Più attivamente le persone osservavano l’astinenza, più spesso avranno problemi di erezione in futuro. Inoltre, una partecipazione più attiva al movimento NoFap era correlata ad un aumento dei livelli di depressione e ansia.
La masturbazione (e i porno) fanno parte nella normale vita sessuale degli uomini (e delle donne), se questo avviene con moderazione e senza che si sostituisca il virtuale con la realtà. E’ noto che l’avere orgasmi con una certa frequenza apporti numerosi benefici alla salute, come alleviare lo stress, combattere l’insonnia, migliorare la memoria e la concentrazione, potenziare il sistema immunitario.
Tuttavia, il discorso cambia se siamo in presenza di una ‘dipendenza’ da porno. La visione di porno per un adulto maturo e consapevole non rappresenta un rischio per la salute, a meno che il consumo sporadico non si trasformi in abuso o ossessione. In tal caso è meglio chiedere un consulto psicologico: solo uno psicoterapeuta può guidare la persona in un percorso completo e su misura, e indicarle come superare la dipendenza.
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