Pubblicato il 8 Aprile 2025
Sarebbero più di una le piattaforme online che permetterebbero di avere i numeri e altre informazioni di contatto per la premier Meloni, il presidente della Repubblica Mattarella ma, anche dei vertici di polizia e carabinieri, e così via. Il fatto è stato segnalarlo da un informatico e, adesso, sulla questione sta indagando la Polizia postale che ha aperto un’indagine.
Ci sarebbero on line siti internet che darebbero questa possibilità
Si troverebbe online più di un sito che, a pagamento, permetterebbe di avere i numeri di telefono di buona parte dei vertici dello Stato italiano: ci sarebbe il cellulare della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma anche numerosi ministri, figure di rilievo di polizia e carabinieri, migliaia di agenti e dipendenti all’interno delle strutture statali. A segnalarlo è stato un esperto informatico. La Polizia postale, quindi, ha aperto un’indagine sulla questione.
A riportare la vicenda è il Fatto quotidiano, che afferma di aver testato in profondità tre piattaforme online di questo tipo e di averne trovate altre cinque con le stesse funzioni. L’esperto informatico avrebbe scoperto la possibile ‘falla’ nella sicurezza nazionale mentre svolgeva un lavoro di consulenza per un’azienda, a metà marzo.
Si tratterebbe di siti dedicati, ma anche di plug-in che permettono semplicemente di visitare il profilo Linkedin di una personalità nota e, in breve tempo, ottenerne i dati di contatto personali. Non sarebbero piattaforme particolarmente difficili da raggiungere o riservate a esperti informatici, ma veri e propri servizi rivolti a qualunque utente.
L’informatico dopo la scoperta avrebbe avvisato la Polizia postale che lo avrebbe ricontattato e avrebbe aperto un fascicolo di indagine. E anche il Garante per la Privacy avrebbe aperto un’istruttoria.
L’Acn: “Bah, a noi pare una bufala. Saluti”
Secondo quanto scritto dal fatto quotidiano Mavilla avrebbe provato anche a contattare l’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale (Acn), e avrebbe lasciato un commento sul profilo Linkedin di Acn: “Ma se vi dicessi che tutti i vostri dati sono online mi credereste? Nomi e cognomi dei dipendenti con relative email istituzionali e personali seguiti da numeri mobili e fissi”. E ha invitato l’Agenzia ha scrivergli una mail per avere informazioni su “una criticità che, per il ruolo che ricoprite, merita una valutazione seria”. Da parte sua l’Acn ha risposto brevemente: “Bah, a noi pare una bufala. Saluti”. Fonte Ansa

