Pubblicato il 14 Settembre 2025
La replica del matematico alle accuse della premier
Piergiorgio Odifreddi, matematico e intellettuale di spicco, respinge con decisione l’etichetta di “cattivo maestro” attribuitagli da Giorgia Meloni. La premier lo aveva attaccato dopo alcune dichiarazioni rilasciate durante la trasmissione In Onda su La7, in cui Odifreddi aveva commentato l’omicidio negli Stati Uniti del leader conservatore Charlie Kirk.
«Non giustifico chi spara, ma è evidente che giovani disadattati possano reagire in modo incontrollato davanti a figure che predicano odio», chiarisce oggi, 14 settembre, sulle pagine de La Stampa.
Meloni aveva definito le sue parole «disumane», accusando la sinistra di minimizzare la violenza politica. Odifreddi ribatte: «Non intendevo assolutamente legittimare atti violenti. Ho solo detto che è più assurdo uccidere chi predica la pace rispetto a chi invoca guerra e riarmo. Questo non significa che io lo approvi o lo trovi giusto».
«Chi di spada ferisce, di spada perisce»
Il matematico ribadisce un concetto chiave: «Non è mai lecito sparare a nessuno, né a chi sostiene posizioni estremiste, né ad altri». Tuttavia sottolinea che la storia insegna come «chi semina vento raccolga tempesta».
Odifreddi respinge anche l’idea di pene differenziate in base all’appartenenza politica della vittima: «Non avrebbe senso prevedere sanzioni più leggere per chi colpisce un leader di destra, né tantomeno pene più severe, come invoca Salvini con la pena di morte. In Italia non è prevista, e inseguire Trump su questa strada è pericoloso».
Per lui, la polemica con Meloni resta una «tempesta in un bicchier d’acqua», frutto più di strategie comunicative che di un reale confronto politico.
Il vero problema: clima d’odio e tensioni internazionali
Se un punto di contatto con la premier esiste, è il riconoscimento che oggi viviamo immersi in un clima di odio diffuso. Ma per Odifreddi le responsabilità non vanno ricercate in singoli episodi: «Basta ascoltare i discorsi del segretario della Nato Rutte. L’Occidente è troppo ricco rispetto al resto del mondo e, se non prendiamo coscienza di questo squilibrio, una nuova guerra mondiale diventerà inevitabile».
Il matematico mette in guardia contro la logica del «noi contro loro», con l’Occidente da una parte e i Brics dall’altra. Il rischio, secondo lui, è che si arrivi a un conflitto «preventivo» per frenare l’ascesa delle potenze emergenti.
E su Putin? Odifreddi ridimensiona: «Sono ormai tre anni che dura la guerra in Ucraina, e la Russia non è riuscita nemmeno a conquistare Kiev. La sua capacità militare si è rivelata molto più limitata di quanto temuto». Foto: un fermo immagine da un video

