« Torna indietro

Laura Ziliani omicidio

Laura Ziliani omicidio

Omicidio Laura Zuliani, cosa fanno adesso i suoi assassini e perché la uccisero?

Il processo di primo grado a due delle figlie e al genero della vigilessa di Temù sarà il tema centrale della nuova puntata di “Un giorno in pretura”, in onda stasera (7 giugno) alle 21.20 su Rai 3.

Pubblicato il 7 Giugno 2024

Il processo di primo grado a due delle figlie e al genero della vigilessa di Temù sarà il tema centrale della nuova puntata di “Un giorno in pretura”, in onda stasera (7 giugno) alle 21.20 su Rai 3.

Laura Ziliani sparì da Villa Dalegno, frazione di Temù, l’8 maggio 2021, proprio nel giorno della Festa della Mamma. La sera prima la donna, aveva raggiunto Temù – dato che da quando era rimasta vedova, si era trasferita a Brescia – per passare la Festa della Mamma con le su figlie (la primogenita e terzogenita, Silvia e Paola Zani). E furono proprio loro a denunciare la scomparsa, in maniera talmente tempestiva che le attenzioni degli inquirenti si concentrarono su di loro.

La povera Ziliani, come si sarebbe scoperto successivamente, la stessa sera dell’arrivo a Temù, sarebbe stata sedata e soffocata dalle figlie e dal genero Mirto Milani.

Le ricerche e le indagini che seguirono alla scomparsa

Il primo ritrovamento, avvenne il 26 maggio del 2021; dopo la scomparsa della vigilessa, fu rinvenuta sua scarpa, nel torrente Fiumecle. Alcuni giorni dopo venne ritrovata l’altra calzatura e un paio di jeans. Poi, l’8 agosto 2021 fu trovato il corpo di Laura Ziliani, successivamente a una piena del fiume Oglio.

L’arresto e le confessioni

Il 24 settembre 2021 Mirto Milani, Silvia e Paola Zani, il, ‘Trio diabolico’ come fu ribattezzati dai media, furono arrestati e successivamente rinviati a giudizio: detenuti in carcere, avrebbero confessato l’omicidio il 24 maggio 2022, e avrebbero ricostruito di aver stordito Ziliani con dei farmaci e dopo l’avrebbero soffocata.

Alla fine di ottobre 2022 è iniziato il processo di primo grado, che si è concluso con la condanna, lo scorso dicembre, di tutti e tre gli imputati all’ergastolo. Per tale condanna è stato già presentato il ricorso, per cui ora la corte d’appello dovrà fissare l’inizio del processo d’appello.

Perché fu uccisa? Le motivazioni della sentenza

Nelle indagini ci si era concentrati sulle intercettazioni delle figlie e del genero, così da ipotizzare non solo che Ziliani fosse stata assassinata da loro, ma che ci fosse un movente economico: il “trio diabolico’ iniziò, infatti, a gestire il cospicuo patrimonio della vittima, in particolare i proventi di alcune proprietà in affitto, che Ziliani avrebbe voluto utilizzare per la fondazione di un’associazione in aiuto della terza figlia, la sua secondogenita. La vigilessa di Temù aveva, infatti, ereditato un tesoretto di 3 milioni di euro in immobili, alcuni dei quali cointestati con le figlie.

Ma, non l’hanno uccisa per soldi, né per odio. Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù, nel Bresciano, è stata uccisa dalle due figlie, Paola e Silvia Zani, e da Mirto Milani, fidanzato di quest’ultima (sarebbe stato anche amante della prima), “per gratificare l’ego del gruppo e celebrare adeguatamente la loro coesione”.

Questo si legge nelle motivazioni della condanna in primo grado all’ergastolo del ‘trio criminale’, comminata l’8 dicembre scorso con una sentenza che ha accolto tutte le richieste del pubblico ministero.

Ai tre imputati i giudici hanno riconosciuto l’aggravante della premeditazione. Le due sorelle Zani sono state dichiarate anche indegne a succedere all’eredità della madre Laura Ziliani.