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Omicidio Pamela Mastropietro, la difesa di Oseghale contesta la violenza sessuale: “Fu un rapporto consensuale”. Riduzione della pena per il nigeriano?

Pubblicato il 30 Novembre 2024

A febbraio 2023 Innocent Oseghale fu condannato all’ergastolo per l’uccisione e lo smembramento del corpo di Pamela Mastropietro, 18enne romana uccisa a Macerata il 30 gennaio 2018. Il caso Mastropietro però potrebbe avere un nuovo clamoroso capitolo: la difesa dell’uomo infatti hanno depositato un ricorso straordinario alla Corte di Cassazione contestando l’aggravante della violenza sessuale, accusa che poi è risultata decisiva per la condanna all’ergastolo del 35enne nigeriano.

La difesa di Oseghale: “C’è un errore materiale”

I difensori di Oseghale sostengono che la Suprema Corte abbia commesso un grave errore materiale su alcuni fatti che poi hanno portato alla condanna all’ergastolo del loro assistito. Secondo la ricostruzione dei giudici il 35enne nigeriano avrebbe ceduto l’eroina a Pamela e poi, sotto l’effetto della droga, ci sarebbe stato un rapporto sessuale non consensuale nel suo appartamento a Macerata.

Nella sentenza si sostiene che l’imputato avrebbe volontariamente ritardato la consegna della droga, per poi cederla alla ragazza una volta arrivati nel suo appartamento, così da poter approfittare di lei sotto l’effetto della droga.

Gli avvocati però sostengono che non sia stato Oseghale a cedere l’eroina a Pamela, ma piuttosto il suo connazionale Desmond Lucky. Inoltre, secondo la loro versione, il rapporto sessuale si sarebbe verificato prima che Oseghale presentasse Pamela a Desmond.

Se confermata questa versione, la droga non sarebbe stata consumata e quindi il rapporto sarebbe stato consensuale e non estorto sotto l’effetto della droga, almeno secondo l’accusa. Se dovesse cadere l’accusa di violenza sessuale, Oseghale potrebbe ottenere una pena ridotta.

La procedura di richiesta di riduzione della pena

Gli avvocati del 35enne nigeriano si sono avvalsi di una procedura che possiamo definire “straordinaria”, prevista per cambiare anche sentenze definitive, laddove venissero riscontrati evidenti errori materiali o di fatto. Se il ricorso dovesse essere ritenuto infondato, allora la Corte lo dichiara inammissibile e la procedura si interrompe immediatamente. Se invece venisse ritenuto ammissibile, la Corte convoca un’udienza in camera di consiglio per valutarlo più attentamente. La questione sarà trattata il 16 gennaio e, se la contestazione dovesse essere accolta, potrebbe essere cancellato anche l’ergastolo di Oseghale.