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Gaza

Onu: “A Gaza carestia devastante, 132.000 bambini in pericolo di vita”. Israele, dati falsi

Pubblicato il 22 Agosto 2025

La denuncia delle Nazioni Unite

La Striscia di Gaza è ufficialmente entrata in uno stato di carestia provocata dall’uomo, secondo il nuovo rapporto dell’Integrated Food Security Phase Classification (IPC), sistema internazionale sostenuto dall’Onu per il monitoraggio della fame.

Il documento afferma che 132.000 bambini sotto i cinque anni rischiano la vita a causa della malnutrizione acuta, un dato che rappresenta il doppio rispetto alle stime registrate a maggio.

Il tempo del dibattito è finito: la fame è già presente e si diffonde rapidamente”, avvertono gli esperti.

I numeri della crisi umanitaria

Secondo l’IPC, la situazione è drammatica:

  • 41.000 bambini sono già in condizioni di rischio estremo.
  • 55.500 donne incinte e in allattamento soffrono di grave malnutrizione.
  • Oltre 500.000 persone vivono in condizioni di fame catastrofica.

Se non verranno presi provvedimenti urgenti, il numero delle persone colpite potrebbe raggiungere 641.000 entro la fine di settembre, quasi un terzo della popolazione della Striscia.

La carestia, già evidente a Gaza City, rischia di estendersi rapidamente verso sud, fino a Deir al-Balah e Khan Younis.

L’appello delle Nazioni Unite

Il responsabile umanitario dell’Onu, Tom Fletcher, ha denunciato che la fame viene “usata come arma di guerra da alcuni leader israeliani”.

Fateci entrare a Gaza con cibo e aiuti senza impedimenti. È troppo tardi per troppi, ma non per tutti”, ha dichiarato Fletcher, chiedendo un cessate il fuoco immediato e l’apertura dei valichi per l’ingresso degli aiuti umanitari.

Anche l’Alto Commissario Onu per i diritti umani, Volker Turk, ha accusato il governo israeliano di aver “deliberatamente limitato l’ingresso degli aiuti, commettendo un crimine di guerra”.

La replica di Israele

Israele respinge con fermezza le accuse, definendo il rapporto “falso, parziale e basato su informazioni di Hamas”.

Il Coordinamento delle Attività Governative nei Territori (Cogat) ha sostenuto che il documento “ignora i numerosi sforzi umanitari compiuti” e che l’analisi dell’IPC “mina la propria credibilità diffondendo dati distorti”.

La condanna internazionale

Il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, ha parlato di “catastrofe provocata dal rifiuto di Israele di far entrare aiuti sufficienti”, definendola un “oltraggio morale”.

Secondo Lammy, il rapporto dell’IPC “mostra chiaramente le conseguenze devastanti, in particolare per i bambini”, richiedendo una mobilitazione immediata della comunità internazionale. Fonte: Ansa

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