Salvini è riuscito a mettere d’accordo tutte le opposizioni, o quasi, convinte che il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti debba dimettersi. Salvini viene accusato di essere filo-putiniano, soprattutto dopo aver rilasciato dichiarazioni discutibili sulle elezioni della Russia. Lo stesso Tajani ha smentito le parole di Salvini, evidenziando il clima di coercizione e di anti-democraticità nel quale si sono svolte le elezioni russe, soprattutto dopo la morte sospetta di Navalny.
Alla Camera è stata presentata una mozione si sfiducia delle opposizioni contro Salvini per i suoi rapporti con Putin. Secondo i firmatari Salvini non può rappresentare la Repubblica Italiana e addirittura non eserciterebbe nell’interesse dell’Italia.
Per tali motivi la Camera ha espresso la sfiducia verso Salvini, invitandolo a rassegnare subito le sue dimissioni. Il documento è stato firmato da Elly Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni e i capigruppo e i deputati dell’opposizione tra cui anche Matteo Richetti di Azione, autore della mozione di sfiducia inserita nell’Odg dell’aula della Camera da lunedì prossimo, anche se il voto potrebbe slittare di qualche giorno.
Nella mozione, firmata di fatto dal Pd, M5S, Avs e Azione, ma non da Italia Viva, Richetti ha ricordato le dichiarazioni a dir poco azzardate di Salvini, che l’11 marzo 2015 affermava che “la Russia è sicuramente molto più democratica dell’Unione Europea e io farei a cambio, porterei Putin nella metà dei Paesi europei”.
Nel testo si ricorda inoltre che il 25 novembre 2015 Salvini si è reso protagonista di altre frasi piuttosto controverse, come quando scriveva sui suoi canali social: “Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin”. Quel post era inoltre accompagnato da una foto di Salvini in posa all’aula di Strasburgo dove indossava una maglietta con il volto stampato di Putin. Una frase che, come osservato nella mozione, recò un grave danno di immagine e di credibilità al Presidente della Repubblica.
Il testo inoltre ha ricordato l’intesa del 2017 tra la Lega e la “Russia unita”, rinnovata il 6 marzo 2022 e quindi successiva all’invasione dell’Ucraina. Secondo le opposizioni Salvini non ha mai agito formalmente per interrompere la collaborazione con Vladimir Putin, che dopo la vittoria delle elezioni russe ha inviato messaggi di sfida ai paesi europei.
In conclusione i firmatari della mozione ritengono che, dopo oltre due anni dall’invasione della Russia in Ucraina, il Governo della Repubblica Italiana non può essere rappresentata da un Ministro e Vicepresidente del Consiglio dei Ministri che non rinnega né i rapporti di collaborazione con il partito di Putin né le dichiarazioni di elogio verso il presidente russo.
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