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Palermo, 20enne morta in piscina: molte ombre sulla tragedia di Simona Cinà

Pubblicato il 3 Agosto 2025

Il legale della famiglia solleva interrogativi inquietanti

Palermo, 3 agosto. Restano numerosi dubbi sulla tragica morte di Simona Cinà, la ventenne pallavolista trovata priva di vita nella piscina di una villa a Bagheria, durante una festa di laurea. Secondo l’avvocato della famiglia, Gabriele Giambrone, la dinamica dell’accaduto presenta diversi elementi inspiegabili che rendono necessarie ulteriori indagini e un’autopsia urgente.

“Non può essere caduta: era a faccia in su”

“Ci sono troppe incongruenze”, afferma l’avvocato Giambrone. “Nessuno si è accorto della sua presenza in acqua per molto tempo, nonostante la piscina fosse piccola e la villa affollata di giovani”. La posizione del corpo, ritrovato a faccia in su, secondo il legale, non è compatibile con una caduta accidentale.

Anche nell’ipotesi di un malore, il fatto che nessuno abbia notato il corpo in acqua desta perplessità. “Com’è possibile che, pur essendoci ragazzi ancora bagnati, nessuno abbia visto nulla?”, si chiede Giambrone, presente in villa all’alba, dove ha trovato ancora decine di giovani in attesa di essere ascoltati.

La ricostruzione: cosa è successo tra le 3 e le 4 del mattino?

Secondo le testimonianze, l’ultima persona ad aver visto Simona viva è la sua migliore amica, intorno alle 3 del mattino. Il 118 sarebbe stato contattato circa un’ora dopo. Cosa è successo in quell’intervallo? La famiglia vuole vederci chiaro.

I genitori, preoccupati per il mancato rientro della figlia alle 4,50, hanno provato a chiamarla. A rispondere al cellulare è stato un ragazzo, che ha riferito che Simona “stava male”. Si sono precipitati nella villa, ma l’hanno trovata già senza vita.

Una scena troppo ordinata

Ulteriore elemento sospetto per il legale è l’ambiente trovato dagli investigatori: “La casa era perfettamente pulita, nessuna traccia di alcolici”, nonostante l’invito alla festa su WhatsApp menzionasse bevande alcoliche con apposite emoji. “C’erano solo sacchi pieni di bottigliette d’acqua vuote. Tutto molto strano.”

Simona era una salutista: “Non beveva”

“Era attentissima all’alimentazione e non beveva alcol”, sottolinea ancora il legale, escludendo comportamenti a rischio da parte della giovane. Da qui la richiesta pressante della famiglia per ottenere chiarezza sulle cause della morte.

Prelievo del DNA e tracce di sangue nella villa

Nel frattempo, uno dei partecipanti alla festa è stato portato in caserma per il prelievo del DNA. Nella villa sono state trovate tracce di sangue, e il ragazzo ha riferito di essersi ferito colpendo un oggetto con un calcio, sotto shock dopo aver appreso della morte di Simona.

Gli investigatori stanno svolgendo accertamenti per verificare la compatibilità tra le tracce ematiche e la sua versione dei fatti.

Una tragedia ancora tutta da chiarire

L’intera vicenda resta avvolta nel mistero. La famiglia Cinà chiede con forza verità e giustizia, mentre le forze dell’ordine continuano a indagare su ciò che è accaduto in quella notte drammatica. Fonte: Ansa. Foto dal profilo FB

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