Pubblicato il 22 Agosto 2025
La richiesta di denaro e l’aggressione
Un gruppo di sei uomini ha affrontato il titolare di un’officina e di un parcheggio a Palermo, chiedendogli il pizzo di 1.500 euro al mese oppure un pagamento unico di 15mila euro, da consegnare “alla famiglia nostra”, chiaro riferimento al clan mafioso.
Durante l’incontro, l’imprenditore è stato anche schiaffeggiato da uno degli estorsori per intimidirlo.
Gli arresti
Le indagini dei carabinieri hanno portato all’arresto di due persone:
- Filippo Bruno, 35 anni, figlio di un boss condannato nel 2019, autore dell’aggressione fisica all’imprenditore.
- Francesco Capizzi, 34 anni, complice nel tentativo di estorsione.
Entrambi sono stati trasferiti, su disposizione della Dda e del Gip Claudia Rosini, nel carcere di Pagliarelli a Palermo.
La dinamica dei fatti
L’episodio risale al 7 luglio scorso, quando l’imprenditore fu richiamato con urgenza al parcheggio da un dipendente. Al suo arrivo, trovò sei uomini ad attenderlo, tra cui riconobbe Bruno e un altro soggetto noto come “Bicicletta”.
Secondo le indagini, Filippo Bruno intimò alla vittima di pagare 1.500 euro mensili per il parcheggio, minacciandolo più volte nei giorni successivi. Il 25 luglio l’imprenditore venne aggredito fisicamente: «Sei un vastaso, sei un maleducato, ora ti prendi le tue responsabilità», gli avrebbe urlato Bruno prima di colpirlo.
Le indagini ancora in corso
Gli investigatori stanno ora cercando di individuare gli altri quattro uomini che hanno partecipato al tentativo di estorsione insieme ai due arrestati. Fonte: Ansa

