Pubblicato il 6 Dicembre 2025
La Santa Sede difenderà i diritti umani e la dignità dei più fragili
Nel corso di un’udienza ufficiale con i rappresentanti diplomatici di numerosi Paesi, Papa Leone XIV ha ribadito con fermezza che la Santa Sede non intende restare spettatrice passiva davanti alle ingiustizie, alle disuguaglianze e alle violazioni dei diritti fondamentali che attraversano il mondo contemporaneo.
Ricevendo gli ambasciatori di Uzbekistan, Moldova, Bahrein, Sri Lanka, Pakistan, Liberia, Thailandia, Lesotho, Sud Africa, Fiji, Micronesia, Lettonia e Finlandia, il Pontefice ha sottolineato che la diplomazia vaticana, ispirata ai valori del Vangelo, è al servizio dell’intera umanità, con un’attenzione particolare verso i poveri, gli emarginati e chi vive in condizioni di vulnerabilità.
Papa Leone XIV ha espresso fiducia nel ruolo della cooperazione internazionale, affermando che le relazioni tra la Santa Sede e gli Stati possono offrire un contributo concreto per affrontare le grandi crisi del nostro tempo. In un momento storico segnato da tensioni e conflitti, il Papa ha auspicato un rinnovato slancio del multilateralismo e una rinascita delle istituzioni chiamate a favorire il dialogo tra le nazioni.
Secondo il Pontefice, solo attraverso un impegno condiviso sarà possibile riportare al centro chi oggi viene dimenticato e creare le condizioni per un mondo più giusto, fraterno e pacifico.
Il messaggio ai giovani e l’eredità dei martiri di Chimbote
In occasione del decimo anniversario della beatificazione dei Martiri di Chimbote, in Perù, Papa Leone XIV ha diffuso un messaggio ricco di significato spirituale. In un’epoca segnata da forti contrapposizioni, ha ricordato che non è l’uniformità delle opinioni a creare unità, ma la scelta di conformarsi alla volontà di Cristo.
Il Pontefice ha poi rivolto uno sguardo speciale ai giovani del Perù, della Polonia, dell’Italia e del mondo intero, sottolineando che la fecondità della vita non dipende dalla sua durata, ma dalla fedeltà con cui si risponde alla chiamata di Dio. I martiri Michal e Zbigniew, morti giovanissimi, ne sono per lui una testimonianza luminosa.
Da qui l’invito accorato: “Giovani, non abbiate paura della chiamata del Signore”, sia essa verso il sacerdozio, la vita consacrata o la missione nei Paesi dove Cristo è ancora poco conosciuto. Il Papa ha infine incoraggiato anche il clero, in particolare i sacerdoti più giovani, a donarsi con generosità come fidei donum, e i vescovi a sostenere questo slancio missionario per aiutare le Chiese più in difficoltà.

