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Passages

Passages, è tratto da una storia vera?

Passages, cioè passaggi. Nel titolo la perfetta sintesi di un universo di emozioni che spiegano con abilità l’attualità dei rapporti di coppia, dei sentimenti, dei pregiudizi.

Pubblicato il 10 Giugno 2024

Passages, cioè passaggi. Nel titolo la perfetta sintesi di un universo di emozioni che spiegano con abilità l’attualità dei rapporti di coppia, dei sentimenti, dei pregiudizi. E’ un film che colpisce a fondo di Ira Sachs, nel qual si scandaglia la complessità delle relazioni anche nell’epoca della fluidità, del gender equality.

Passages: è tutto vero?

Una storia vera? Sì, eccome. Nel senso che quel che si vede nel film trae spunto senza concessioni a quel che accade davvero nella realtà.

Passages rispecchia miriadi di situazioni uguali o simili a quelle vissute dai protagonisti.

Poliamore? Etero? Gay? Bisex? Sensazioni, generi, attitudini, tendenze. Cosa sono oggi le relazioni? Hanno senso le definizioni? O bastare un solo termine per spiegare tutto: passione.

Non importa per chi, con chi. Passione, punto.

Questo cerca di fare affiorare Passeges attraverso l’improvvisa infatuazione di un regista di un regista di successo, Tomas, interpretato da Franz Rogowski per una una giovane insegnante, l’Agathe che ha il volto di Adèle Exarchopoulos, la bellissima protagonista di La vita di Adele, l’esordio che sdoganò definitivamente al cinema l’amore saffico. Tomas è sposato con Martin. Ecco il nocciolo della vicenda. Una coppia omosessuale in cui uno dei due improvvisamente perde la testa per una donna, mettendo in discussione il matrimonio.

Da lì, lo sviluppo del film in cui i protagonisti si ritrovano a dimenarsi fra infatuazioni, tradimenti, gelosie, ripicche, incomprensioni.

Tomas è la scheggia impazzita, sfugge a qualsiasi regola eppure ne rimane sottomesso in alcune situazioni imbarazzanti così come una cena per essere presentato ai genitori di Agathe, ignara dell’esistenza di Martin, il marito del regista.

Il tutto condito da una regia che beneficia dell’abilità degli attori, che si muovono come se la telecamera non esistesse. Spontanei, credibili. Come la realtà.