Pubblicato il 6 Ottobre 2025
Sono iniziate oggi, lunedì 6 ottobre, le trattative a Sharm el-Sheikh per definire un piano di pace su Gaza. Alla vigilia dei colloqui, il presidente Usa Donald Trump si è detto ottimista, alternando minacce ad aperture.
Secondo Trump, i contatti preliminari del weekend con diversi Stati arabi e altri Paesi avrebbero avuto “un grande successo”. Il tycoon ha aggiunto che la prima fase dei negoziati dovrebbe chiudersi entro questa settimana e che i team tecnici sono già al lavoro in Egitto per gli ultimi dettagli.
“Il tempo è essenziale, altrimenti seguirà un massacro, qualcosa che nessuno vuole vedere”, ha avvertito.
Le condizioni di Trump e le minacce a Hamas
Il presidente americano ha sottolineato che “tutti hanno praticamente accettato il piano”, pur lasciando spazio a piccoli cambiamenti. Su alcuni punti, però, non ci saranno concessioni:
- Hamas rischia il “completo annientamento” se rifiuta di cedere il controllo della Striscia.
- Il capo del Pentagono, Pete Hegseth, ha ribadito che, in caso di mancato rispetto dell’accordo, Israele potrà “finire il lavoro”.
- Allo stesso tempo, Trump ha confermato l’impegno di Israele a sospendere i raid militari per facilitare l’intesa, come richiesto da Hamas.
Le richieste di Hamas
La delegazione di Hamas, guidata da Khalil al-Hayya, è arrivata in Egitto per i colloqui, così come la delegazione israeliana guidata da Ron Dermer insieme ai vertici di Shin Bet e Mossad. Presenti anche l’inviato speciale di Trump Steve Witkoff e Jared Kushner.
Secondo fonti riportate da Al-Sharq, Hamas presenterà richieste precise:
- cessate il fuoco totale,
- ritiro delle truppe israeliane dalle aree popolate,
- stop aerei e droni per 10 ore al giorno (12 nei giorni di scambio prigionieri).
Il movimento palestinese chiederà che queste condizioni restino valide per tutta la durata dei negoziati, che potrebbero protrarsi per più di una settimana. Inoltre, Hamas insisterà sul rilascio dei prigionieri palestinesi in base a data di arresto ed età.
Le riserve di Netanyahu
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso scetticismo:
“Non posso garantire che Hamas accetterà di rilasciare gli ostaggi. Credo sia possibile, spero accada, ma non posso prometterlo.”
Ha poi chiarito che Israele non procederà su altri punti del piano di Trump finché tutti gli ostaggi non saranno liberati.
“Non passeremo ad alcuna delle 21 clausole finché la prima – il rilascio di tutti gli ostaggi, vivi o morti – non sarà stata rispettata”, ha ribadito parlando all’Israel’s Heroes Forum, che riunisce le famiglie delle vittime degli attacchi di Hamas del 7 ottobre.

