Pubblicato il 31 Marzo 2025
L’estesa attività di contrasto alla pirateria digitale messa in campo dalla Procura della Repubblica di Catania ha toccato anche il territorio pontino, coinvolgendo un cittadino di Latina. L’operazione, di ampio respiro internazionale, ha visto perquisizioni in Italia e in diversi Paesi esteri, tra cui Romania, Svizzera, Olanda, Regno Unito e Croazia, con l’obiettivo di smantellare una rete di trasmissione illecita di contenuti audiovisivi.
Indagato un 40enne pontino: sequestrata strumentazione per la trasmissione IPTV
Nel capoluogo pontino, un uomo di 40 anni è finito al centro dell’attenzione investigativa. Le accuse nei suoi confronti sono gravi e dettagliate: l’indagato, al momento a piede libero, è sospettato di associazione per delinquere finalizzata alla violazione del diritto d’autore per fatti accaduti tra il 2022 e il novembre del 2024.
Durante la perquisizione nella sua abitazione, gli agenti della Polizia Postale, incaricati dalla Procura catanese, hanno sequestrato apparecchiature informatiche utilizzate, secondo quanto ipotizzato, per trasmettere abusivamente segnali audiovisivi protetti. In particolare, sarebbero stati rinvenuti pannelli IPTV per la gestione dei flussi streaming e la vendita illegale di abbonamenti a contenuti protetti.
Sky, Dazn, Netflix, Amazon: le piattaforme danneggiate
Tra le parti lese nell’inchiesta figurano nomi di rilievo nel panorama dell’intrattenimento televisivo: Sky, Mediaset, Dazn, Amazon Prime Video e Netflix. La rete illegale avrebbe permesso di accedere, tramite abbonamenti pirata, a partite di calcio, film, serie TV e altri contenuti normalmente riservati agli utenti paganti.
Secondo le ipotesi degli inquirenti, l’indagato avrebbe avuto un ruolo operativo nella gestione e diffusione di tali contenuti, generando un danno economico significativo alle piattaforme coinvolte.
I prossimi sviluppi
L’indagine, ancora in corso, rappresenta uno dei più vasti interventi mai condotti in Italia contro il fenomeno dello streaming illegale. I magistrati catanesi proseguiranno con l’analisi del materiale sequestrato e l’acquisizione di ulteriori prove per fare piena luce sulle responsabilità penali dei soggetti coinvolti.
Un caso che evidenzia ancora una volta la necessità di un contrasto sempre più deciso alla pirateria digitale, per tutelare il lavoro dei professionisti del settore audiovisivo e garantire il rispetto della legalità nell’accesso ai contenuti multimediali.

