Pubblicato il 5 Agosto 2025
Un’opera strategica per lo sviluppo nazionale
Il Ponte sullo Stretto di Messina porterà benefici economici enormi all’Italia, già a partire dalla fase di cantiere. Secondo quanto annunciato dal sottosegretario con delega al Cipess, Alessandro Morelli, il progetto genererà 36.700 posti di lavoro stabili, un incremento di 23,1 miliardi di euro al Prodotto Interno Lordo e entrate fiscali per lo Stato pari a 10,3 miliardi di euro.
Impatti economici e ambientali positivi
Morelli ha sottolineato che il valore economico netto del progetto sarà positivo per 1,8 miliardi di euro, grazie a una serie di vantaggi concreti:
riduzione dei tempi di viaggio e dei costi di trasporto,
maggiore efficienza logistica,
incremento dei flussi turistici,
diminuzione delle emissioni inquinanti.
Una decisione storica del governo
Il via libera ufficiale al progetto sarà dato dal Cipess nella giornata di domani. Si tratta di una decisione storica per l’intero Paese, non solo per il Sud. Il ponte è infatti un’infrastruttura strategica di rilievo nazionale, destinata a generare benefici economici e sociali duraturi.
Finanziamenti già disponibili e programma più ampio
L’intervento sarà interamente finanziato con fondi pubblici già stanziati, per un totale di 13,532 miliardi di euro. Il progetto rientra in un piano di investimenti infrastrutturali ben più ampio, che prevede 70 miliardi di euro destinati a Sicilia e Calabria entro il 2032, come parte della strategia del Ministero dei Trasporti.
Oltre il ponte: collegamenti e rete infrastrutturale
Oltre alla struttura principale – una campata di 3.300 metri, tra le più lunghe al mondo – sono previsti circa 40 chilometri di raccordi stradali e ferroviari, in gran parte in galleria. Questi collegheranno il ponte alle principali autostrade e linee ferroviarie ad alta capacità delle due regioni.
Un’eredità per il futuro dell’Italia
Secondo Morelli, il ponte rappresenterà un lascito strategico per le future generazioni. L’opera contribuirà a: rafforzare la competitività del Paese, ridurre le distanze tra le Regioni italiane,
creare nuove opportunità economiche e occupazionali, posizionare l’Italia al centro delle grandi rotte commerciali europee e mediterranee.

