Pubblicato il 23 Aprile 2025
L’annuncio-trappola su Facebook
Un 33enne catanese è stato denunciato dalla Polizia di Stato per aver messo in atto una truffa ai danni di un trentenne in cerca di lavoro. La vicenda ha avuto origine su “Market Place” di Facebook, dove la vittima aveva trovato un annuncio per un impiego come aiutante pasticcere in una nota pasticceria cittadina.
La falsa promessa e la richiesta di denaro
Contattato telefonicamente, il truffatore si è spacciato per il titolare della pasticceria, confermando l’offerta di lavoro ma sottolineando che fosse necessario possedere la certificazione HACCP. Alla risposta negativa del ragazzo, l’uomo ha proposto di procurargli il certificato a pagamento, chiedendo circa 40 euro.
L’incontro e la scoperta dell’inganno
I due si sono dati appuntamento in piazza Stesicoro, dove il truffatore ha incassato la somma pattuita, rassicurando il giovane con una falsa promessa di assunzione per il giorno successivo.
Il mattino dopo, però, il ragazzo si è recato presso la pasticceria per iniziare a lavorare, scoprendo solo allora la truffa, dopo aver parlato con il vero titolare, totalmente ignaro dell’accaduto.
Indagini lampo della Polizia: truffatore identificato
Ricevuta la denuncia presso l’Ufficio denunce della Questura di Catania, la segnalazione è stata immediatamente inoltrata al Commissariato di Nesima, che ha avviato le indagini. Gli agenti si sono concentrati sull’utenza telefonica utilizzata per la truffa e sulla descrizione fisica fornita dalla vittima.
Truffatore già noto per precedenti simili
In pochi giorni, grazie alle indagini della squadra di polizia giudiziaria, l’uomo è stato individuato e riconosciuto. È emerso che aveva già precedenti per truffe analoghe, spesso basate sulla stessa strategia: adescare persone sui social network con offerte di lavoro fittizie, richiedere piccole somme di denaro per falsi certificati e poi sparire senza mantenere le promesse.
Denunciato per truffa aggravata
Il 33enne è stato denunciato in stato di libertà per truffa aggravata, con l’avvertenza che vale ancora la presunzione di innocenza fino ad un’eventuale sentenza definitiva di condanna.