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La giornata in mare si trasforma in un incubo: punta da una siringa nascosta nella sabbia

Pubblicato il 4 Agosto 2023

Una giovane 24enne di Ceglie Messapica, insieme ai suoi cugini, si era recata lo scorso 2 agosto alla spiaggia libera di Santa Lucia, a Ostuni, per trascorrere una piacevole giornata al mare e rilassarsi. Quella che doveva essere una spensierata giornata di relax però si è trasformata in un incubo, poiché la giovane inavvertitamente ha appoggiato il piede su una siringa nascosta nella sabbia che l’ha punta.

Il fitto dolore, poi l’atroce scoperta della siringa

Il fattaccio si è verificato verso le 9:30 e la ragazza, insieme ai cugini, era appena arrivata. Non aveva neanche posato l’asciugamano sulla spiaggia, quando ha avvertito un forte dolore al piede e nel momento in cui ha capito che era stata puntata da una siringa è andata in panico.

La 24enne si è recato al Pronto Soccorso dell’ospedale di Ostuni, portando con sé anche la siringa per effettuare controlli più approfonditi, ma gli operatori sanitari le hanno consigliata di andare al Perrino di Brindisi, dove c’è un reparto per le Malattie Infettive.

Una volta arrivata qui i sanitari le hanno indicato le analisi alle quali dovrà sottoporsi, tra i quali quelli per l’Hiv e per l’epatite B e C, in 3 step per i prossimi 6 mesi. Una bruttissima esperienza per la ragazza, che per almeno 6 mesi dovrà vivere, con una spada di Damocle sulla testa, con la paura di aver contratto qualche malattia.

“Mare più pulito e spiagge più sicure”

La ragazza ha deciso di raccontare la sua esperienza per sensibilizzare maggiormente sulla necessità di avere spiagge più sicure e un mare più pulito.

“La vicenda, chiaramente, mi ha scossa parecchio – ha raccontato la 24enne – storie simili accadono continuamente, crediamo che non possano mai coinvolgerci in prima persona, ma così non è. La procedura preventiva di analisi che sto seguendo non è per niente piacevole, la siringa sembra essere vecchia ed usurata, ma non possiamo esserne sicuri e devo effettuare tutti i controlli necessari”.

Infine ha concluso spiegando perché ha deciso di raccontare la sua storia e lanciando una sorta di appello per tutelare maggiormente le spiagge italiane: “La spiaggia e il mare sono anche casa mia, perciò sento il dovere di raccontare la mia esperienza al fine di stimolare la massima attenzione di tutti sull’argomento. Vorrei contribuire per rendere il nostro paesaggio più pulito di com’è adesso”.