Pubblicato il 19 Ottobre 2025
La richiesta del leader russo
Secondo quanto riportato dal Washington Post, Vladimir Putin avrebbe chiesto a Donald Trump che l’Ucraina ceda il pieno controllo di Donetsk, una regione strategica nell’est del Paese, come condizione per porre fine al conflitto.
Il Cremlino ha cercato di ottenere il controllo di questa area per 11 anni, ma è stato sempre respinto dalle forze ucraine, che considerano Donetsk un baluardo fondamentale contro un’eventuale avanzata russa verso Kiev.
La posizione europea e la risposta di Zelensky
Dopo l’incontro tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump, l’Europa ha ribadito la necessità di un piano di pace per l’Ucraina. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz e il premier britannico Keir Starmer hanno suggerito un approccio simile a quello usato negli Stati Uniti per Gaza, con un programma strutturato in più punti.
Zelensky ha parlato con i principali leader europei, tra cui Giorgia Meloni, Ursula von der Leyen, Antonio Costa e Mark Rutte, cercando di evitare una pace imposta dall’alto. Merz ha sottolineato il valore della cooperazione transatlantica, mentre Zelensky ha definito positivo che Trump non abbia detto né sì né no alla fornitura di missili Tomahawk, confermando l’obiettivo di una pace giusta e duratura per l’Ucraina.
La strategia militare e le garanzie di sicurezza
Nonostante le pressioni per trovare un accordo, il nodo centrale rimane rappresentato dalle garanzie di sicurezza per Kiev. I consiglieri per la sicurezza dei Paesi Nato si sono riuniti per coordinare le prossime mosse, mentre i leader europei preparano il vertice del 23 ottobre a Bruxelles, con la possibile partecipazione di Zelensky.
Un tema delicato riguarda anche la gestione dello spazio aereo europeo per i voli russi, necessario per consentire un incontro tra Trump e Putin a Budapest. Le sanzioni europee contro la Russia rimangono in vigore, ma alcune deroghe temporanee potrebbero essere concesse dai Paesi confinanti.
Pressione diplomatica e sanzioni
L’Unione Europea intende rafforzare le sanzioni contro Mosca, con un diciannovesimo pacchetto già in preparazione, per aumentare la pressione politica ed economica. L’Austria ha ritirato il veto sulle compensazioni alla Raiffeisen Bank, mentre la Slovacchia mantiene riserve sull’energia.

