« Torna indietro

Ragazzo cinese condannato per violenza sessuale, ma era innocente: tutta colpa di un errore di traduzione

Pubblicato il 17 Settembre 2024

Una traduzione sbagliata, senza comprendere le sfumature delle parole che possono avere significati diversi da cultura a cultura, può fare danni devastanti. Ne sa qualcosa un ragazzo 26enne cinese, che ha scontato un anno e 4 mesi di custodia cautelare tra domiciliari e carcere con l’accusa di violenza sessuale e lesioni personali sulla fidanzata. A quanto pare però il ragazzo non avrebbe commesso nulla di tutto ciò, ma sarebbe stato ugualmente condannato per un clamoroso errore di traduzione, o meglio di interpretazione di una parola.

Alla fine ieri, lunedì 16 settembre, il Tribunale di Roma ha assolto il giovane perché “il fatto non sussiste”. La vicenda risale allo scorso maggio e tutto è partito dalla denuncia presentata ai carabinieri dagli amici della presunta vittima, una ragazza cinese 26enne che non parla l’italiano.

Nessuno stupro: le dinamiche della vicenda

I carabinieri sono intervenuti in un appartamento da dove era partita la segnalazione e, arrivati sul posto, hanno trovato la ragazza chiusa in bagno con un’amica con alcuni lividi sul corpo. Da una primaria ricostruzione sembra che il compagno l’avesse violentata afferrandola per il collo.

La presunta vittima aveva raccontato il giorno prima alla sua amica che aveva avuto una brutta discussione con il suo ragazzo e che aveva intenzione di lasciarlo. Il fidanzato avrebbe cercato di convincerla a restare con lui e avrebbe insistito per avere un rapporto sessuale. Lei inizialmente si sarebbe negata, ma poi si sarebbe concessa.

Solo un “tira e molla amoroso”: la traduzione sballata

Ed è proprio qui che è nato l’equivoco. Da come raccontata la cosa in un primo momento poteva sembrare uno stupro ma, come ha spiegato l’avvocato del 26enne, bisogna conoscere approfonditamente la cultura cinese per capire le dinamiche di quanto realmente successo. Come riferito dal legale al Messaggero, nella cultura cinese la donna non deve concedersi subito alle avances degli uomini, altrimenti verrebbe bollata come “donna facile”.

La parola esatta per descrivere quanto successo non è dunque “stupro” ma “tira e molla amoroso”, a quanto pare una pratica molto diffusa nella cultura cinese. Fatto sta che, a causa di quel clamoroso errore, il ragazzo è stato condannato per un anno e 4 mesi tra carcere e domiciliari nel processo per direttissima per violenza sessuale. Solo l’intervento degli interpreti ha finalmente chiarito la situazione, scarcerando il 26enne finito dietro le sbarre per un clamoroso errore di traduzione.