Pubblicato il 23 Maggio 2025
L’Arma sventa l’ennesimo tentativo di truffa grazie alla prevenzione e alla prontezza operativa
I Carabinieri della Compagnia di Randazzo, con il supporto dei colleghi della Compagnia di Patti (ME), hanno denunciato due giovani catanesi di 20 e 21 anni, incensurati, ritenuti responsabili di tentata truffa continuata in concorso e resistenza a pubblico ufficiale.
Un risultato reso possibile anche grazie ai frequenti incontri informativi organizzati dall’Arma nei centri frequentati da persone anziane, durante i quali vengono spiegati i metodi più comuni usati dai truffatori.
I bersagli: un 79enne e una 99enne
Nel mirino dei due malintenzionati erano finiti un anziano di 79 anni residente a Bronte e una donna di ben 99 anni di Santa Domenica di Vittoria (ME).
Spacciandosi per Carabinieri al telefono, i due avevano tentato di raggirarli con la consueta messa in scena:
“Sua nipote ha causato un grave incidente stradale ed è trattenuta in caserma“,
per poi avanzare la richiesta di denaro o gioielli in cambio del rilascio della presunta congiunta.
L’allarme e l’inseguimento
Grazie alle segnalazioni ricevute nella mattinata dai cittadini di Randazzo e Bronte, i Carabinieri hanno immediatamente attivato servizi di pattugliamento e controllo del territorio.
I due truffatori, però, si erano già spostati nel messinese, dove hanno tentato di colpire la 99enne. Provvidenziale è stato l’intervento dei vicini e di un parente, che hanno intuito la truffa e allertato i militari.
All’arrivo dei Carabinieri, i malviventi hanno tentato la fuga abbandonando il bottino di 1.000 euro, salendo su un’auto a noleggio e lanciandosi in un pericoloso inseguimento, durante il quale hanno quasi investito un militare.
La cattura sul viadotto Alcantara
Allertati tutti i Comandi dell’area, l’inseguimento si è concluso sulla SS116, sul viadotto Alcantara, dove i due, raggiunti dall’Aliquota Operativa di Randazzo, sono stati costretti a fermarsi e a scendere dal veicolo.
Durante la perquisizione non è stato trovato alcun bottino, a conferma che tutti i tentativi di truffa erano falliti, probabilmente proprio grazie all’opera di sensibilizzazione dell’Arma.
Prove digitali e riconoscimento delle vittime
Dai cellulari sequestrati ai due ragazzi, gli investigatori hanno ottenuto elementi utili a confermare la loro partecipazione ai vari tentativi di truffa nella zona. Le indagini sono state poi rafforzate dal riconoscimento da parte delle vittime e dei testimoni.
Le accuse
I due giovani sono stati denunciati a piede libero per i reati di:
- Tentata truffa continuata in concorso
- Resistenza a pubblico ufficiale
La loro posizione sarà ora vagliata dall’autorità giudiziaria. Foto di repertorio

