Tenta il suicidio per paura di perdere il Reddito di Cittadinanza, lo salva la moglie

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Un uomo tenta il suicidio per paura di perdere il sussidio che ogni mese riceve dallo Stato grazie al Reddito di Cittadinanza, ma per fortuna viene salvato dalla moglie. Il tema è caldo, la stretta attualità lo pone al centro delle agende politiche e sociali del Paese, l’allarme tra i ceti più bassi della popolazione potrebbe diventare preoccupante. Le elezioni politiche che si sono svolte domenica 25 settembre, solo tre giorni fa, e che hanno visto trionfare il centrodestra, ma in particolare modo Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, hanno dato delle risposte nette soprattutto per quel che è l’orientamento attuale degli italiani. Tutta la campagna elettorale, però, si è articolata attorno al tema legato al Reddito di Cittadinanza. Istituito dal Movimento 5 Stelle dopo le politiche del 2018 ha salvato dalla povertà milioni di cittadini italiani, ma soprattutto ha sfamato famiglie e poveri che non riescono a trovare lavoro o sono impossibilitati nello svolgerne uno. Ora, soprattutto tra questa gente, la paura è tanta. Giorgia Meloni, e i rappresentati di FDI in generale, hanno detto a più riprese di voler abolire questa misura, per reindirizzare quei soldi in altre politiche che possano aiutare i giovani e i cittadini a trovare un lavoro che possa garantire dignità sociale ed economica. Per molti, evidentemente, ora la paura di perdere l’unico sussidio che gli garantisca una vita dignitosa, è davvero tanta. Questo è il caso, per esempio, di Nino, 50enne leccese, percettore del reddito di cittadinanza, che pervaso dalla paura tenta il suicidio. Il timore di perdere quel contributo che gli consente di sfamare la famiglia in maniera più o meno dignitosa, lo ha spinto al gesto estremo e l’uomo ha provato ad ingerire una quantità abnorme di medicine. Solo l’intervento rapido e accorato della moglie, ha scongiurato il peggio.

Tenta il suicidio per paura di perdere il Reddito di Cittadinanza, la lettera di Tommaso Prima a Conte

Un uomo che tenta il suicidio per paura di perdere l’unico sussidio che gli permetta una forma di sostentamento, lancia un’allarme che può trasformarsi in una bomba sociale. A dare la notizia di questo tentato suicidio è stato Tommaso Prima, presidente dell’associazione salentina, Pronto Soccorso dei Poveri, che da anni cerca di dare una mano ai cittadini in difficoltà economica, procurando beni primari e a volte aiutando anche chi non riesce a pagare le bollette o la spesa di ogni genere necessaria nella vita di tutti i giorni. Allarmato da quanto accaduto, Tommaso Prima ha voluto prendere carta e penna per scrivere al Presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte che era Presidente del Consiglio quando è stato introdotto il Reddito di Cittadinanza e ha promesso che si batterà in ogni sede, in prima persona, affinché questa misura venga mantenuta, rafforzata e migliorata. Questo il contenuto della lettera, postata anche sui suoi canali social da Tommaso Prima: “On.le Giuseppe Conte, Presidente del Movimento 5 Stelle; Gentilissimo On.le Leonardo Donno, Coordinatore regionale del Movimento, con la presente vi inoltro, a nome di migliaia di persone, che vivono grazie al reddito di cittadinanza, un accorato appello, affinché lottiate, con tutti i mezzi che vi offre la Costituzione, per fare sì che il nuovo Governo non abolisca il reddito di cittadinanza, ma al massimo lo migliori. In questi giorni tantissimi cittadini e le loro famiglie, sono letteralmente terrorizzati al solo pensiero pensiero di un’abolizione o riduzione del sussidio. Qualcuno purtroppo proprio ieri a Lecce, in preda alla paura di non poter più provvedere con il Rdc a sfamare la propria famiglia, ha tentato di togliersi la vita, ingerendo grandi quantità di medicinali. Si tratta di Nino, 50 anni, residente in una casa popolare, capofamiglia di un nucleo che seguiamo da tempo con la nostra associazione. Fortunatamente è stato salvato dalla moglie. Presidente Conte, sempre fiduciosi, ci affidiamo a Lei ai suoi collaboratori affinché nessuno possa mettere mano al reddito di cittadinanza, se non allo scopo di renderlo migliore per il bene delle famiglie povere e bisognose”.

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Carmelo Dimitri

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