Pubblicato il 6 Ottobre 2023
“Il tempo è galantuomo. Basta saper aspettare, come io ho sempre detto, e arrivano le buone notizie. Questa mattina Marco Travaglio è stato condannato a pagare più di 80 mila euro per il risarcimento danni nei miei confronti, la settimana prossima il pubblico ministero Luca Turco è stato convocato dal Csm. Un passo alla volta e tutte le cose vanno avanti nella giusta direzione. Chi ha ragione se la vede riconosciuta, però quanta fatica, quanti anni, quante occasioni buttate via, quante udienze, quanti soldi spesi dai cittadini”.
Così Matteo Renzi, questa mattina, al suo arrivo al palazzo di giustizia di Firenze per una nuova udienza davanti al gup Sara Farini per la richiesta della procura fiorentina di rinviare a giudizio gli 11 indagati nell’ambito dell’inchiesta su Open, l’ex fondazione che sosteneva le iniziative politiche dell’ex premier.
Il leader di Italia Viva poi riprende la notizia anche nella sua e-news: “La nostra giornata inizia con la ufficializzazione della condanna di Marco Travaglio a pagare ottantamila euro, più le spese e gli interessi, per avermi ripetutamente diffamato”.
E prosegue: “Per anni ho subito in silenzio, sbagliando. La condanna di oggi non azzera le sofferenze per il passato ma pone una domanda agli addetti ai lavori della comunicazione: come può un diffamatore seriale che ha una collezione record di condanne continuare a fare la morale agli altri tutti i giorni in TV? Mistero”.
“Intanto un pensiero alla mia famiglia che ha dovuto subire il peso di tutte le infamie e a tutti gli amici che non ci hanno mai abbandonato”, conclude Renzi.
Commenta l’avvocato difensore di Renzi, Lorenzo Pellegrini dello studio Bl di Firenze: “La sentenza è importante perché precisa come l’epiteto bullo, sebbene non autonomamente diffamatorio, se ripetuto costantemente lede addirittura l’identità personale e politica del soggetto offeso. Importante anche il riconoscimento delle cosiddette campagne diffamatorie, dove il senatore Renzi veniva costantemente accostato a indagini penali a cui era estraneo”.

