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dramma sul lavoro

Renzo Cristofori, un omicidio evitabile? Il sospetto killer avrebbe dovuto essere in una Rems, ma mancavano i posti

Pubblicato il 30 Novembre 2024

Caprarola, in provincia di Viterbo, è un paese sotto choc dopo l’orribile uccisione di Renzo Cristofori, netturbino 68enne morto dopo essere stato accoltellato a pochi metri da casa sua. I sospetti si sono concentrati su Ian Patrick Sardo, 31enne che abita in una casa in affitto a pochi passi da quella di Cristofori e che ha alle spalle una lunga sfilza di precedenti.

Il presunto killer che doveva essere in una Rems

Sardo aveva seri problemi psichiatrici e infatti, come hanno ricordato i suoi avvocati, aveva una dipendenza dalle droghe ed era stato giudicato incapace di intendere e di volere e socialmente pericoloso. Dopo essersi reso protagonista di vari episodi violenti, il giudice aveva disposto per lui la chiusura in una struttura adeguata alle sue condizioni di salute.

Nelle Rems però non c’erano posti disponibili e così Sardo è finito in una lunga lista d’attesa, continuando a vivere a Caprarola sottoposto a misure di sicurezza come il divieto di uscire la sera e di frequentare pregiudicati. Il problema è che Sardo ha fatto molta fatica a rispettare queste misure restrittive, infatti come hanno testimoniato i residenti creava problemi quasi tutti i giorni.

È esplosa la polemica sui mancati controlli di Sardo e Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d’Italia, ha presentato un’interrogazione al ministro della Giustizia Carlo Nordio, mentre la Sip (Società italiana di psichiatria) ha parlato di morte annunciata.

L’uccisione di Renzo Cristofori

Gli inquirenti avrebbero fatto una prima ricostruzione dell’assassinio di Renzo Cristofori, che avrebbe incrociato Sardo sull’uscio di casa sua e al quale avrebbe negato dei soldi. Il rifiuto avrebbe fatto infuriare Sardo, che in un raptus avrebbe colpito il malcapitato netturbino. Ad inchiodare il 31enne ci sarebbe un testimone oculare, che avrebbe detto di aver visto il ragazzo andare via dal luogo del delitto con i vestiti sporchi di sangue.

Sardo, che attualmente si trova nel carcere di Mammagialla a Viterbo, continua a professare la sua innocenza, sostenendo che al momento del delitto era andato a comprare le sigarette da un amico. Si cerca intanto l’arma del delitto e la casa del 31enne è stata sequestrata, così come il cellulare e i coltelli presenti nell’abitazione. Gli inquirenti sospettano che Sardo possa avere usato uno dei coltelli che ha in casa per uccidere il povero Cristofori, sul sui corpo è stata disposta un’autopsia all’inizio della settimana prossima che potrebbe fornire ulteriori indizi preziosi.