Pubblicato il 26 Settembre 2025
Si è concluso con una condanna pesante il processo per la distribuzione illecita di farmaci a base di morfina e fentanil. Il Tribunale di Cassino ha inflitto ad un dirigente del Dono Svizzero, una pena di sette anni di reclusione, una multa da 30mila euro e l’interdizione dai pubblici uffici per tutta la durata della pena.
L’indagine dei Nas di Latina
Il procedimento trae origine da un’inchiesta avviata nel 2018 dai Nas di Latina, che aveva scoperto un sistema fraudolento volto a immettere sul mercato farmaci ad azione stupefacente, prodotti dal sistema sanitario nazionale per i pazienti oncologici.
I reati contestati
La Procura di Cassino, sulla base degli atti dei Nas, aveva contestato a vario titolo i reati di corruzione, peculato, falso in certificazioni mediche, truffa ai danni del Sistema Sanitario Nazionale, detenzione illecita e spaccio di farmaci stupefacenti.
Gli imputati erano quattro: oltre al dirigente medico, un commerciante di Formia ucciso a Mondragone il 28 aprile scorso, già condannato a sette anni con rito abbreviato; un farmacista di Scauri, ancora sotto processo, e una donna, anche lei di Scauri, accusata di presentare materialmente le ricette in farmacia.
L’inchiesta “Ricette Express”
L’indagine, denominata “Ricette Express”, aveva portato fin da subito all’applicazione della sospensione dalla professione medica per un anno nei confronti del dirigente, 65 anni, residente a Castelforte.
Era stato inoltre disposto un sequestro preventivo finalizzato alla confisca per un importo di oltre 470mila euro, corrispondente alle somme indebitamente rimborsate dalla Asl di Latina.
Le prescrizioni sospette
L’inchiesta era nata da una segnalazione della stessa Asl di Latina sulle prescrizioni anomale: oltre 1600 confezioni di fentanil (PecFent), morfina e spray nasali analgesici ad azione stupefacente, tutte destinate a un’unica paziente.


dal momento che c’è stata una condanna, anche se solo di primo grado, non vendo perché vengono omessi i nomi dei condannati. Questa non è privacy ma omissione.
dal momento che c’è stata una condanna, anche se solo di primo grado, non vendo perché vengono omessi i nomi dei condannati. Questa non è privacy ma omissione.