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Riforma Isee: le ipotesi del Governo Meloni

Pubblicato il 6 Ottobre 2025

Il Governo Meloni sta valutando una revisione del meccanismo di calcolo dell’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente necessario per accedere a molte prestazioni sociali. L’obiettivo è duplice: evitare sovrapposizioni tra bonus e agevolazioni e, allo stesso tempo, ampliare la platea dei beneficiari, oggi spesso limitata a fasce troppo ristrette.

I numeri dell’assegno unico

Tra gennaio e luglio 2025, le famiglie italiane hanno ricevuto assegni per 11,5 miliardi di euro. A questi si aggiungono i 19,9 miliardi del 2024, i 18,2 miliardi del 2023 e i 13,2 miliardi del 2022.
Nel 2025, i nuclei beneficiari sono stati 6.168.734, per un totale di 9.755.848 figli a carico.

  • Importo medio per figlio: 172 euro
  • Minimo: 57 euro (per chi non presenta Isee o supera la soglia di 45.939,56 euro)
  • Massimo: 224 euro (per chi rientra nella fascia più bassa, sotto i 17.227,33 euro)

La posizione della ministra Roccella

L’Isee fotografa la condizione economica familiare sulla base della dichiarazione sostitutiva unica (Dsu), valida fino al 31 dicembre dell’anno di presentazione.

Eugenia Roccella, ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, ha dichiarato in Parlamento:
“Il governo sta costruendo un’azione ad ampio raggio, con proposte che contribuiranno a promuovere una società accogliente, in cui i figli siano una ricchezza per tutti.”

Sostegni alle famiglie e bonus per le madri lavoratrici

Un provvedimento già atteso riguarda un contributo netto di 480 euro in busta paga destinato alle madri occupate con Isee fino a 40mila euro. Questo incentivo:

  • non inciderà sul calcolo dell’assegno unico,
  • si affianca ad altri aiuti come bonus nido, sostegno per le nascite e contributi per i nati nelle aree montane, anch’essi esclusi dal reddito Isee.

Titoli di Stato ed esclusione dal calcolo

Un passo già compiuto riguarda l’esclusione dei titoli di Stato fino a 50mila euro dal calcolo Isee. Non rientrano quindi buoni fruttiferi postali, libretti di risparmio e obbligazioni statali.

La questione della casa di proprietà

Tema centrale resta la casa di proprietà. Oggi:

  • Sono esclusi dal calcolo i primi 52mila euro del valore Imu, al netto del mutuo residuo.
  • La soglia cresce di 2.500 euro per ogni figlio convivente oltre il secondo.
  • Se si supera la franchigia, viene conteggiato solo due terzi della parte eccedente.

Il vicepremier Matteo Salvini ha definito l’attuale sistema una “follia”, sostenendo che la prima casa debba essere completamente esclusa dal calcolo per evitare che le famiglie del ceto medio vengano penalizzate.
La proposta leghista prevede quindi che nel computo restino solo la seconda casa e gli altri immobili, che già oggi incidono per intero sull’Isee.

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