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Esenzione canone Rai

Esenzione canone Rai

Riforma Rai, svolta imminente: il governo Meloni accelera sulla governance

Pubblicato il 30 Luglio 2025

Nuove regole per il Cda: Parlamento protagonista, governo fuori

La riforma della Rai è pronta a entrare nel vivo, con l’obiettivo di adeguarsi al nuovo European Media Freedom Act (EMFA) ed evitare l’apertura di una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea. Il governo Meloni e i partiti di centrodestra hanno presentato in Senato un disegno di legge che cambia radicalmente la governance del servizio pubblico.

Il testo, depositato mercoledì 30 luglio in commissione Ambiente, prevede che il consiglio di amministrazione della Rai non venga più nominato dal governo, ma interamente dal Parlamento: tre membri saranno eletti dal Senato, tre dalla Camera, mentre il settimo sarà scelto dall’assemblea dei dipendenti. Il Cda resterà in carica per cinque anni e le votazioni si svolgeranno con maggioranza qualificata nelle prime due tornate, per poi passare a maggioranza assoluta dalla terza.

Più trasparenza nei conti Rai e ipotesi di taglio del canone

La riforma punta anche a una maggiore trasparenza nella gestione economica della Rai. Come spiegato dal senatore di Forza Italia Roberto Rosso, il disegno di legge prevede la “stabilizzazione del budget” e l’obbligo per la Rai di inviare due report semestrali alla commissione di Vigilanza: uno sull’utilizzo delle risorse pubbliche e uno sulle entrate pubblicitarie.

Inoltre, si introduce la possibilità di ridurre il canone Rai fino a un massimo del 5%, ma solo in circostanze specifiche. Tuttavia, secondo la Lega, questo taglio non è sufficiente: “Lo accettiamo solo per esigenze di copertura”, ha dichiarato Giorgio Maria Bergesio, capogruppo del partito in commissione Vigilanza.

Gli influencer nel mirino della riforma

Un’altra novità riguarda gli influencer di rilievo nazionale, che secondo il disegno di legge dovranno rispettare gli stessi obblighi dei fornitori di servizi mediatici, vista la loro influenza sulla comunicazione sociale.

Inoltre, il testo consentirà alla Rai di cedere quote delle proprie partecipazioni in società controllate, mantenendo il controllo nelle società non quotate.

Le opposizioni criticano: “Indebolito il pluralismo”

Il disegno di legge ha però sollevato forti critiche dalle opposizioni, che vedono nella riforma un rischio per l’indipendenza del servizio pubblico. Sandro Ruotolo, responsabile informazione nella segreteria nazionale del Partito Democratico, ha dichiarato:
“Con sei consiglieri su sette eletti dalle Camere e la maggioranza assoluta dalla terza votazione, il governo potrà eleggere da solo il Cda e il presidente. È un passo indietro sul pluralismo”.

Anche Barbara Floridia del Movimento 5 Stelle, presidente della commissione Vigilanza Rai, ha espresso perplessità:
“Il testo presenta più ombre che luci. Pur accogliendo alcune istanze minime dell’EMFA, restano aspetti critici”. Secondo Floridia, le norme sul finanziamento sono insufficienti:
“L’unica vera garanzia di indipendenza è una soglia minima di risorse legata all’inflazione, aggiornata con regolarità. Altrimenti la Rai resterà ostaggio delle scelte politiche”.

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