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Roma

Rimprovera l’autista perché il bus è in ritardo, poi lo picchia selvaggiamente. Il giorno dopo lo picchia anche il padre

Pubblicato il 22 Novembre 2024

Si susseguono a cadenza periodica le aggressioni, anche feroci e violente, a danno di personale sui mezzi di trasporto pubblici che non fanno altro che alimentare un clima di tensione e paura tra i lavoratori. Uno dei casi più eclatanti fu l’accoltellamento ad un capotreno, reo di aver chiesto i biglietti a due giovani, ma di episodi simili se ne verificano davvero tanti, troppi.

L’ultimo grave episodio ha avuto luogo in piazza Garibaldi a Teramo, dove un conducente di un bus del gruppo TUA è stato aggredito prima da un ragazzo il 20 novembre e, il giorno dopo, anche dal padre.

L’aggressione all’autista

Un giovane avrebbe rimproverato un autista dell’autobus per essere in ritardo e poi, senza aver prenotato la fermata, avrebbe cercato di scendere dalla porta sbagliata. L’autista ha poi aperto la porta, ma il ragazzo già visibilmente agitato lo ha insultato colpendolo violentemente con dei pugni al volto facendolo cadere a terra, per poi far perdere le sue tracce. Solo l’intervento di altri passeggeri ha evitato guai peggiori per il povere autista e, dopo la denuncia e la raccolta delle testimonianze, i carabinieri sono risaliti all’identità del ragazzo che, oltre ad essere deferito, potrebbe incappare in una misura di prevenzione.

L’autista ha dovuto far ricorso alle cure del pronto soccorso ma, pur avendo il volto tumefatto, con grande senso del dovere il giorno dopo si è presentato nuovamente al lavoro e qui è successo l’imponderabile. Il padre dell’aggressore, forse per “vendicare” il figlio, si è presentato alla rimessa degli autobus e, dopo le minacce, ha aggredito nuovamente l’autista.

La denuncia dei sindacati

Alex Orlandi, segretario regionale di OR.S.A. Trasporti Abruzzo, ha denunciato aggressioni simili che si sono verificate in Piazza San Francesco e Piazza Garibaldi a Termo nei confronti dei conducenti per futili motivi. È inconcepibile, secondo Orlandi, che un padre di famiglia debba tornare a casa col viso tumefatto solo perché sta svolgendo il suo lavoro. Ha poi sottolineato il clima di tensione e paura che serpeggia tra i lavoratori, chiedendo con fermezza alla Regione Abruzzo, in collaborazione con TUA e le forze dell’ordine, di adottare misure concrete per garantire maggiore tutela ai conducenti, come l’installazione a bordo di telecamere a circuito chiuso, che rappresenterebbe solo un primo ma decisivo passo.