Pubblicato il 22 Dicembre 2022
“Era mezzogiorno stavo in via Brunetti, mi sono abbassata per togliere la catena alla bici e mi si è alzata la giacca sulla schiena. All’improvviso ho sentito una puntura. Non so cosa fosse, forse una piccola siringa. Ho alzato lo sguardo e ho visto un uomo allontanarsi”.
E’ il racconto di una probabile vittima di needle spiking a Roma.
Ha trascorso la serata nella caserma dei carabinieri in piazza San Lorenzo in Lucina per sporgere denuncia, Livia C. è stata punta martedì mattina con una siringa da uno sconosciuto coi capelli a spazzola, giubbotto smanicato nero, pantaloni chiari, in centro, e ora teme per la sua salute.

Si sottoporrà a esami per Hiv ed epatite. Ha filmato l’uomo che si allontanava a piedi
La donna, di 40 anni, ha due figlie.
Il needle spiking, fenomeno diffuso in alcuni Paesi europei, consiste nel pungere donne, con siringhe infette o contenenti droghe, in discoteche e locali pubblici.
“Mi sono spaventata, avevo paura che potesse farmi del male, però l’ho seguito con lo sguardo. Lui ha continuato ad andare avanti compiendo atti di vandalismo. Appena mi sono ripresa sono salita sulla bici e l’ho seguito, sono riuscita a riprenderlo, lui mi ha visto e si è dileguato tra la folla”, conclude la 40enne.

