La giovane proveniva da una città nel nord della Baviera, mentre Michael Douglas, il suo fidanzato è irlandese ed ha 34 anni. I due si erano innamorati durante la pandemia e avevano organizzato un viaggio per l’Europa a bordo di un furgone trasformato in camper. Partiti dalla Germania a inizio novembre avevano già visitato diversi Paesi prima di Natale. Poi una pausa prima di ripartire intorno a metà gennaio. Il 20 erano a Focene, in provincia di Roma e stavano programmando il successivo trasferimento a Barcellona, quando intorno alle 15.30 Janna si è sentita svenire.
Il fidanzato ha chiamato tempestivamente i soccorsi, alle ore 15.39, ma la difficoltà degli operatori con l’inglese allungano l’attesa e la telefonata. Gli chiedono di tenere acceso il gps del cellulare per aiutarli a capire dove si trova, ma l’ambulanza non arriva. Così Douglas prova con un’altra telefonata, alle 16.10. Altri dieci minuti complicati. Poi l’uomo decide di muoversi con il furgone (“suonando il clacson come un matto”, racconta al quotidiano romano) e individua i soccorritori, fermi a quattro isolati di distanza. Il mezzo parte solo dopo 15 minuti dopo in direzione dell’ospedale Grassi di Ostia. All’arrivo al Pronto Soccorso, però, la donna è già morta.
La famiglia di Janna Gommelt dopo 70 giorni dalla tragedia non ha ancora saputo per quale motivo è morta la giovane donna – dice a Repubblica Roma Manuele Piccioni – l’avvocato che segue il caso. Il corpo è ancora in obitorio e l’autopsia è stata eseguita, ma i medici legali non avrebbero ancora consegnato l’esito, secondo quanto sostiene l’avvocato. La causa ufficiale della morte, quindi, è ancora ignota, sebbene si presuma un arresto cardiocircolatorio. Ma già a metà febbraio è stata autorizzata la cremazione, quindi – spiega l’avvocato al quotidiano – “le cause della morte sono accertate” ed “è già chiaro che non ci sarà l’esigenza di ulteriori accertamenti sul cadavere, dato che appunto può essere cremato. Per questo non mi spiego il motivo di questa lunga attesa”.
Al momento è stato aperto un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio. Douglas ha raccontato di essere stato interrogato per sei ore dai carabinieri con Google Translate.
Con una nota, la Regione Lazio ha smentito la circostanza che l’operatore del 118 non parlava in inglese, diffondendo l’audio della telefonata giunta al 118 il 20 gennaio scorso alle 15.39 che – secondo la versione della Regione Lazio – sarebbe stata “gestita correttamente in lingua inglese, ed è stato geolocalizzato l’intervento con le coordinate di latitudine e longitudine”. La turista, colta da malore, morì nel suo camper a Focene, centro del litorale romano. Sulla vicenda la Procura di Civitavecchia ha avviato un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio.
Foto di repertorio
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