I Gratta e vinci continuano ad essere protagonisti di storie di truffe e raggiri, anche tra amici, parenti e perfino compagni. Ormai è diventato famoso il caso di Gaetano Scutellaro che rubò in una tabaccheria di Materdei, a Napoli, un Gratta e vinci da 500.000 euro.
Un caso più o meno simile si è verificato a Milano, dove un tabaccaio si sarebbe intascato il Gratta e vinci vincente di un cliente.
A questa lista di episodi spiacevoli se ne aggiunge un altro, che in realtà risale al 2016, ma sul quale solo adesso si è espressa la giustizia.
Renato Spano, 52enne di origini svizzere, è stato condannato ad un anno di reclusione per truffa e appropriazione indebita per aver rubato un Gratta e vinci da mezzo milione alla compagna 62enne. Il problema è che l’uomo, proprio come il biglietto, è ormai sparito da anni.
I fatti risalgono al 2016, quando la donna chiese al compagno di andare in tabaccheria e prendere due Gratta e vinci con altrettanti tagliandi con i quali aveva vinto 10 euro.
L’uomo tornò a casa con i due biglietti e li consegnò alla compagna, che iniziò a grattare fino alla straordinaria vincita di mezzo milione di euro. A quella scena era presente anche un amico della coppia e il 52enne propose subito alla compagna di conservarlo in una cassaforte.
Dopo qualche giorno la donna voleva riavere quel biglietto, ma proprio da quel momento cominciarono i problemi, come lei stessa racconta a Il Corriere di Bologna: “Si è presentato a casa e dopo avermi mostrato velocemente il biglietto lo ha infilato in una busta bianca e lo ha nascosto in un interruttore dell’energia elettrica.
Non riuscendo a resistere – ha continuato la donna – poco dopo ho aperto la busta e dentro non c’era il mio biglietto ma un collage di altri tagliandi tenuti insieme con lo scotch. Era falso, non era il mio”. Da quel giorno i due non si sono più visti.
Il giudice ha stabilito che il racconto della donna è veritiero e che l’uomo le ha davvero sottratto il Gratta e vinci, oltre a 34.000 euro. A distanza di 6 anni è arrivata la sentenza: un anno di reclusione e 400 euro di multa, con un risarcimento di 32.000 euro e il resto da chiedere eventualmente in una futura causa civile.
Una sentenza che non soddisfa la donna truffata, che di fatto si è ritrovata con un pugno di mosche in mano: “Sono delusa – spiega avvilita – la pena è una carezza per quello che ha fatto. Ora è libero di continuare a fare danni, come già accaduto in passato con altre donne. La Finanza ha lavorato bene, ma la giustizia non ha funzionato”.
Spano, per quanto irreperibile, si è difeso e tramite il suo avvocato ha fatto sapere che “era uno scherzo, il biglietto vincente non è mai esistito. L’ho fabbricato io”. Un’affermazione smentita non solo dalla compagna, ma anche dall’amico della coppia che ha invece confermato l’assoluta veridicità del biglietto vincente e la proposta dell’indagato di custodirlo.
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