Pubblicato il 13 Marzo 2025
Scandalo politico in provincia di Lecce: tre sindaci sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’indagine della Procura di Lecce. Le accuse sono pesanti e riguardano corruzione, falso, turbata libertà degli incanti, frode in pubbliche forniture e subappalto illecito.
A finire in carcere è stato il sindaco di Ruffano, Antonio Rocco Cavallo, mentre sono stati posti agli arresti domiciliari il sindaco di Maglie, Ernesto Toma, insieme al suo vicesindaco Marco Sticchi, e il sindaco di Sanarica, Salvatore Sales, con il suo assessore Dario Andrea Strambaci.
Sedici in tutto le misure cautelari
Sono 16 le misure eseguite dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria del comando provinciale di Lecce, sotto il coordinamento del pubblico ministero Maria Vallefuoco. Dieci di queste riguardano la restrizione della libertà personale, mentre le restanti sei sono di natura interdittiva.
I provvedimenti, emessi dal GIP di Lecce, fanno seguito agli interrogatori preventivi condotti lo scorso mese. L’indagine della Guardia di Finanza si concentra su reati contro la pubblica amministrazione e vede coinvolti anche amministratori pubblici.
Secondo le accuse, al centro dell’inchiesta ci sarebbe un imprenditore salentino di 49 anni, originario della zona di Maglie, considerato il “dominus” di una rete di società che avrebbero ottenuto numerosi appalti pubblici.
Anomalie nella gestione degli appalti pubblici
Secondo gli inquirenti, l’imprenditore avrebbe operato con la complicità di propri dipendenti, tecnici e di un pubblico funzionario, la cui attività sarebbe stata interamente piegata ai suoi interessi. Per raggiungere i propri obiettivi, avrebbe anche manipolato atti e verbali delle gare d’appalto.
Dall’inchiesta emergono gravi irregolarità nella gestione degli appalti pubblici, nelle modifiche in corso d’opera e nell’utilizzo di fondi pubblici, tra cui quelli nazionali, regionali e del PNRR. Le anomalie riguardano in particolare i Comuni di Maglie, Sanarica e Ruffano.
Le indagini della Guardia di Finanza rivelano che l’imprenditore, grazie alla complicità di funzionari pubblici locali, riusciva a scegliere in anticipo le gare pubbliche a cui partecipare e, soprattutto, quali vincere. Il tutto attraverso un sistema di presunta corruzione che coinvolgerebbe figure istituzionali di rilievo, tra cui sindaci, assessori, consiglieri comunali, RUP e dirigenti degli uffici tecnici.

